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Lo zio paterno di Eitan annuncia: "Abbiamo parlato col bimbo"

La tutrice legale Aya Biran ha fatto sapere che nell'udienza del 29 settembre chiederà "l'immediata restituzione"

Il caso Eitan: il rapimento e le due famiglie che se lo contendono

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C'è stato un contatto telefonico tra il piccolo Eitan e gli zii paterni Aya Biran e Or Nirko. Un "piccolo colloquio", lo ha definito lo zio. Nel frattempo i tutori del bimbo preparano le loro mosse legali contro i nonni materni in Israele. La posizione di Aya Biran nell'udienza del 29 settembre al Tribunale di Tel Aviv sarà "molto chiara - dicono gli avvocati-: chiederà l'immediata restituzione di Eitan".

"Siamo pronti ancora a dialogare con la famiglia Peleg", spiega Nirko. "Noi gli abbiamo concesso tutte le visite, anche se temevamo che potesse succedere quello che è accaduto. I Peleg stanno dicendo tante bugie: in tribunale in Israele hanno detto che lo maltrattavamo, ma non è assolutamente vero. Questo il Tribunale italiano lo sa benissimo, è tutto documentato". 

Lo zio paterno rinnova l'appello a "fare la cosa giusta e portare Eitan indietro, a casa". I tutori legali del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone sono stati "contattati dalla diplomazia dei due Paesi", con l'intento di risolvere il prima possibile la situazione del bambino, che al momento si trova a Tel Aviv. 

Secondo le parole di Nirko, "i giudici italiani erano stati avvisati del rischio di fuga da parte del nonno, che aveva conservato il passaporto di Eitan nonostante l'ordine di restituirlo".  

I due zii hanno anche fatto sapere che si recheranno in Israele per vedere il bambino e convincere i nonni a farlo rientrare in Italia senza dar vita a uno scontro legale. "Spero non sia una questione politica", racconta Nirko, "perché è vero che Eitan ha la doppia cittadinanza ma lui è italiano, la sua vita è qui, con la sua casa e tutti i suoi amici. La nostra preoccupazione più grande - conclude - è che questa situazione crei un danno psicologico irreversibile". 

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