In laghi e fiumi europei non c'� abbastanza acqua per diluire l'inquinamento chimico. Ci� rende la contaminazione non sostenibile per l'ecosistema. Questa la conclusione a cui sono approdati due studi, uno dell'Istituto nazionale olandese per la salute e l'ambiente, l'altro della Technical University of Denmark, pubblicati su Environmental Science & Technology.
Vicini al calcolo dell'"impronta chimica" - Da anni � possibile calcolare l'impronta ecologica dell'uomo e valutare il consumo delle risorse rispetto alla capacit� del pianeta di rigenerarle.
Mancava, invece, un calcolo simile sull'impatto dell'inquinamento chimico, che stabilisca fino a che punto la terra � in grado di sopportare le sostanze immesse dall'uomo. Ma oggi la possibilit� di calcolare l'"impronta chimica" � pi� vicina.
In base agli standard dell'Ue - Sulla base della direttiva quadro dell'Unione europea in materia di acque, che definisce la contaminazione accettabile nella misura in cui non pi� del 5% delle specie subisce effetti cronici limitati, gli scienziati hanno calcolato quanta acqua dolce serve per diluire le sostanze chimiche fino al livello considerato sicuro da Bruxelles.
Gli studi - La ricerca olandese ha lanciato l'allarme sui pesticidi in Europa nordoccidentale: nel 2008, nei fiumi Reno, Mosa e Schelda l'impronta di queste sostanze era sette volte maggiore dell'acqua che scorreva nei fiumi.
Lo studio danese ha analizzato le emissioni dei Paesi europei nel 2004, giungendo alla conclusione che, considerati i livelli di acqua regionale, la maggior parte degli stati ha superato la capacit� delle acque dolci di diluire i mix chimici a livelli accettabili.