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Covid, dall'Aifa via libera unanime alla terza dose di vaccino per i più fragili

Anche per l'Ema gli Stati Ue possono procedere con la terza inoculazione "se la ritengono necessaria"

Il Consiglio di amministrazione dell'Aifa, convocato in via d'urgenza, "ha approvato all'unanimità l'utilizzo di una dose aggiuntiva di vaccino ad mRNA (terza dose). Il provvedimento riguarda soggetti con immunosoppressione grave, quali ad esempio trapiantati, oncologici, dializzati oltre che gli anziani e i ricoverati nelle Rsa". Per gli operatori sanitari il richiamo "è previsto in condizioni di particolare esposizione a rischio".

Per la popolazione generale attesi altri dati Nel parere dell'Aifa sulla terza dose non è inclusa la popolazione generale, perché per la valutazione del richiamo sulla popolazione più ampia sono attesi ulteriori dati. Secondo la Commissione, "al momento non ci siano sufficienti evidenze per raccomandare in via prioritaria la somministrazione di una terza dose di vaccino nella popolazione generale".

Speranza: "Partiremo dai più fragili" "Partiremo dai più fragili che dopo due dosi non hanno protezione necessaria. Ci sarà poi una circolare del ministero in merito", ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza. "Dopo la prima fascia partiremo dai primi che sono stati vaccinati: mettere in sicurezza le Rsa è una priorità e poi dobbiamo salvaguardare gli over-80 ed il personale sanitario. Riconfermo che sulla disponibilità di dosi non abbiamo difficoltà. Possiamo garantire la terza dose".

Terza dose dopo almeno 28 giorni La terza dose verrà somministrata "almeno dopo 28 giorni" dalla seconda dose per quanto riguarda i soggetti immunodepressi ed i trapiantati. Il richiamo verrà invece effettuato "almeno dopo sei mesi" per le altre categorie indicate, cioè grandi anziani, ospiti delle Rsa e personale sanitario a rischio. 
 

Il cronoprogramma prevede entro fine anno, probabilmente a dicembre, la terza dose agli anziani over 80 e all'inizio del prossimo anno, tra gennaio e febbraio, agli operatori sanitari. L'indicazione dell'Aifa di  procedere partendo proprio dai più fragili è una scelta già condivisa in queste ora anche in Europa, come in Spagna, oppure in Israele. 

Covid, il premier Mario Draghi apre all'obbligo vaccinale | La politica si spacca

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Il presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca ha appoggiato la posizione del premier: “Draghi ha fatto bene a dire che si va verso l’obbligo di vaccinazione” 
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Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri si è detto favorevole all'obbligo vaccinale, "con la sola eccezione degli studenti. Nelle scuole, invece, sì ai test salivari"
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Tra i politici contrari alla misura c'è il presidente dei 5Stelle Giuseppe Conte, che a "La Piazza" ha ricordato di aver "sempre ritenuto che fosse giusto invocare la libertà e la responsabilità dei cittadini"
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Il Pd di Enrico Letta invece sembra aver preso con gioia la decisione del premier: "Sono molto d'accordo con la linea che sta portando avanti Draghi, che è una linea di sicurezza. Va bene per noi andare avanti ed estendere l'obbligo vaccinale e il Green pass".
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Convinto sostenitori del vaccino obbligatorio è Matteo Renzi, che l'ha detto più volte: "Sì, sono favorevole, ma comunque è già una soluzione l'estensione del Green Pass", 
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La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha definito la conferenza stampa di Draghi "surreale". "Siamo sempre più convinti che restare all'opposizione di questo governo sia la scelta migliore per difendere gli interessi degli italiani"
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Contrario all'obbligo vaccinale è anche il leader della Lega Matteo Salvini, che ribadisce: "Diremo no alla misura proposta ma resteremo al governo".
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Una posizione più possibilista è quella espressa dal ministro leghista Giancarlo Giorgetti: "È una misura su cui riflettere bene. Se si arriva all'obbligo vaccinale si arriva a una forma coercitiva che, se possibile, deve essere evitata". 
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La cautela è la linea adottata anche dal presidente del Veneto Luca Zaia: "Non commento, ma arrivare all'imposizione del vaccino rappresenterà una sconfitta per il Paese, perché vuol dire che è mancata la presa di coscienza".
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La ministra degli Affari Regionali Maria Stella Gelmini ha dichiarato di "non considerare l'obbligo vaccinale un'eresia"
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Giovanni Toti, presidente della Liguria e leader di Cambiamo, osserva in modo pragmatico: "Tra chiudere il Paese e l’obbligo vaccinale credo che nessun italiano di buon senso sceglierebbe la prima”.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha aperto alla possibilità di rendere obbligatoria la vaccinazione contro il Covid-19. Nella conferenza stampa di ieri 2 settembre, rispondendo a una domanda dei giornalisti il premier ha dichiarato che "il ministro Speranza ed io ne stiamo discutendo: l'orientamento è che l'uso del Green pass verrà esteso ad altre categorie e settori lavorativi" e che, se arriverà l'ok da Ema e Aifa, "si arriverà a rendere obbligatoria l'immunizzazione".  

I medici, che furono i primi a ricevere i vaccini a partire dagli ultimi giorni del dicembre scorso, riceveranno la loro terza dose a partire dal prossimo anno. Al momento sono 644, secondo un aggiornamento della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), che stima che i non ancora vaccinati siano 1.500: una percentuale dello 0,3%. "Si tratta di una minima parte dei colleghi, ma anche questi piccoli numeri costituiscono una sconfitta per la professione", afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. 

Ema: "Stati Ue procedano se ritengono necessario" Anche l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha dato il "via libera" lasciando però la scelta finale ai singoli governi. "Le autorità nazionali possono procedere in ogni caso con piani per somministrare dosi addizionali o richiami di vaccino, come misura proattiva per proteggere la salute pubblica, prima che una decisione da parte del regolatore possa essere presa. Questo tipo di decisioni sono pienamente comprese dall'Agenzia nel contesto di emergenza in cui siamo", ha ricordato il responsabile della strategia sui vaccini Marco Cavaleri.

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