Ucciso a Voghera, nella pistola dell'assessore dei proiettili da guerra vietati | I "dum dum" non hanno dato scampo alla vittima
Lo rivelano gli avvocati della famiglia di Youns El Boussettaoui che hanno ordinato una propria perizia tecnica sulla pistola di Massimo Adriatici
Sembra aggravarsi la posizione di Massimo Adriatici, l'ex assessore alla sicurezza del comune di Voghera che il 21 luglio ha ucciso con un colpo di pistola Youns El Boussettaoui. Secondo i legali della famiglia della vittima, che hanno ordinato una propria perizia tecnica della procura, nell'arma del leghista vi erano caricati proiettili hollow point, munizioni considerate da guerra (illegali in Italia) che sono fatte apposta per creare più danni possibili nel proprio obiettivo.
I proiettili "dum dum" - Gli hollow point bullet, più comunemente noti come proiettili "dum dum" hanno una particolare forma dell'ogiva: sulla punta è presente una cavità che serve ad aprire il proiettile nel momento in cui impatta con l'obiettivo. Questo crea molti danni, soprattutto se si tratta di un obiettivo umano. Questi proiettili a espansione sono così devastanti che l'Italia li ha messi fuori legge già nel 1992 e la Cassazione con una sentenza del 2008 li aveva equiparati, appunto, ad armi da guerra. Gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, come si legge sulle pagine di Repubblica, hanno ordinato al consulente Luca Soldati, perito balistico, di analizzare l'arma di Adriatici.
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Ritirata la revoca dei domiciliari - La perizia è stata allegata nella memoria depositata dai legali i quali si oppongono alla richiesta di revoca dai domiciliari presentata dagli avvocati di Massimo Adriatici. Una mossa che ha avuto effetto dato che la stessa richiesta è stata ritirata nelle ultime ore.
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