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Parigi, ecco come si svolgerà il maxi-processo per le stragi jihadiste del 2015

Le udienze dureranno nove mesi. Numeri record: 1.800 parti civili e 330 avvocati. Tra gli imputati anche Salah Abdeslam, l'unico kamikaze sopravvissuto

-afp

È iniziato oggi, 8 settembre, il maxi-processo per le stragi terroristiche jihadiste che il 13 novembre 2015 sconvolsero Parigi. Quel giorno dieci kamikaze attaccarono nelle stesse ore il teatro Bataclan, lo Stade de France - dove si stava giocando un'amichevole tra Francia e Germania - e alcuni bistrot del X e XI arrondissement. Gli attacchi, poi rivendicati dall'Isis, provocarono 130 morti e più di 400 feriti. Il dibattimento durerà nove mesi: si tratta del più grande processo tenuto nel Paese dai tempi del dopoguerra.

 Come si svolgerà il processo - Le udienze, presiedute dal giudice Jean-Louis Péries, si svolgeranno in una sala di 750 metri quadrati costruita ad hoc all’interno del complesso dove si trova il Palazzo di Giustizia di Parigi,  sull'Ile de la Cité. Cinque i magistrati che compongono la corte d'assise, gli stessi che hanno lavorato all'inchiesta producendo 542 tomi - e che messi in fila misurano più di 53 metri. L'accusa è rappresentata da tre pubblici ministeri della procura nazionale anti-terrorismo. Ma non saranno "solo" le 550 persone presenti nell'aula principale ad ascoltarli: sono state allestite, infatti,  altre sale dell'edificio in cui si potrà assistere in diretta all'udienza attraverso degli schermi appositamente installati. Inoltre, è stata attivata una web radio per le parti civili che si trovano all'estero o hanno deciso di non essere presenti al processo.

Gli imputati - L'inchiesta avviata in seguito ai fatti del 13 novembre è durata quattro anni e ha portato all'accusa di 20 persone. Di queste, ne saranno presenti 14, di cui 11 si trovano in carcere e tre sono liberi. Gli altri sei saranno processati in assenza, perché latitanti o presunti morti, come Ahmad Alkhald, ritenuto uno dei principali attori degli attentati ancora in fuga. Tra i presenti c'è Salah Abdeslam, l'unico dei dieci kamikaze sopravvissuto. Il franco-marocchino - che nel 2015 aveva solo 26 anni - è rinchiuso da cinque anni in un carcere di massima sicurezza. Le sue prime parole all'apertura del processo - dopo anni di silenzio - sono state: "Allah è l’unico dio". Degli altri imputati, la maggior parte sono ritenuti complici perché avrebbero avuto un ruolo nella logistica che rese possibile gli attentati. Abdeslam e altri dieci imputati parteciperanno all'udienza chiusi all'interno di box in vetro. Gli altri tre, seppur sotto controllo giudiziario, compariranno liberi.

I numeri da record - Sono 1.800 le persone che si sono costituite parti civili, tra sopravvissuti, feriti, parenti e rappresentati delle vittime. Ben 330 saranno gli avvocati che si alterneranno tra i banchi della "Grand Procès" - così è stata nominata la maxi aula la cui realizzazione è costata 7,5 milioni di euro

Come verranno ascoltati i testimoni - Rievocare quel giorno per chi, direttamente o indirettamente, ne ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze peggiori implica riaffrontare quel dolore. Per questo grande attenzione è stata posta alla tutela dei testimoni. Nello specifico, per permettere alle quasi 2.000 persone coinvolte di poter raccontare quel giorno senza correre il rischio di essere esposti ad eventuali attenzioni mediatiche non desiderate si è scelto di adottare un singolare sistema. Tutti i testimoni indosseranno un cordoncino, il cui colore cambierà in base alla disponibilità della persona: rosso se non vogliono interagire con la stampa, verde invece se accettano di essere intervistati o comunque raggiunti dai giornalisti.

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