Aperta l'udienza

Processo a Parigi per la strage del 2015, il kamikaze superstite: "Trattato come un cane"

Salah Abdeslam, principale imputato per gli attentati terroristici, nell'aula bunker: "Sono un combattente dello Stato islamico, da sei anni veniamo maltrattati"

© IPA

"Allah è l'unico dio, la mia ambizione è quella di diventare un combattente per lo Stato islamico". Così Salah Abdeslam, il franco-marocchino unico sopravvissuto fra i kamikaze dei commando terroristici che hanno compiuto gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, ha risposto alla domanda dei giudici di identificarsi e di indicare la sua professione. L'uomo era in tribunale per l'apertura del maxiprocesso sulle stragi jihadiste.

In tribunale - Abdeslam è l'imputato chiave e si è presentato indossando abiti neri. Ha parlato prima che il presidente del tribunale lo interrogasse per chiedergli, come da prassi, la sua identità. "Ci tengo, innanzitutto - ha detto il franco-marocchino - a testimoniare che Allah è l'unico dio e che Maometto è il suo messaggero". Il presidente della Corte, Jean-Louis Peries, ha tagliato corto a queste dichiarazioni, replicando semplicemente ma seccamente: "Questo lo vedremo dopo".

"Combattente dello Stato Islamico" - In seguito, Abdeslam ha confermato la sua identità, rifiutando però di declinare le generalità dei genitori: "I nomi di mio padre e di mia madre - ha detto - non hanno nulla a che vedere qui". Infine, alla domanda sulla sua professione - rivolta a tutti gli imputati - Salah Abdeslam ha risposto di aver "abbandonato la professione per diventare un combattente dello Stato Islamico". 

"Trattati come cani" - Sempre Salah Abdeslam, dopo che Kharkhach, un altro degli imputati ha accusato un malore in aula, ha commentato: "Gli imputati sono trattati come dei cani". Salah si è tolto la mascherina e si è scagliato contro la corte: "Qui è tutto molto bello ma bisogna vedere com'è dietro. Veniamo maltrattati. Sono 6 anni che vengo maltrattato, trattato come un cane e non dico niente perché so che dopo la mia morte sarò resuscitato". L'avvocato di Kharkhach, alla ripresa dell'udienza, si è lamentato delle condizioni imposte agli imputati. Il suo cliente avrebbe subito due perquisizioni fino ad essere completamente svestito, sarebbe "depresso" e "indebolito". 

L'Aula bunker costruita apposta - E' iniziato così in un aula bunker costruita ad hoc all'interno di un tribunale del XIII secolo il processo contro 20 uomini accusati degli attacchi terroristici del 2015 che causarono la morte di 130 persone e centinaia di feriti. Gli imputati sono stati condotti uno ad uno in una teca di vetro al lato dell'aula, circondati da ufficiali armati. Presenti 14 imputati, fra cui, appunto, Abdselam, da 6 anni detenuto in un carcere di massima sicurezza. Il processo durerà 9 mesi.