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11 settembre, il Presidente Biden in visita nei tre luoghi simbolo dell'attentato

Ground Zero dove crollarono le Torri gemelle, Shanksville in Pennsylvania, dove precipitò il volo diretto contro Capitol Hill, e il Pentagono, bersaglio di un quarto velivolo

New York, Pennsylvania e Pentagono: il presidente americano Joe Biden visiterà i tre luoghi emblematici degli attentati dell'11 settembre avvenuti vent'anni fa. Biden e la moglie Jill, socondo quanto riferito da un comunicato della Casa Bianca, vogliono "rendere omaggio e commemorare le vite perdute" visitando il memoriale di Ground Zero, dove crollarono le Torri Gemelle sventrate da due aerei, quello di Shanksville in Pennsylvania, dove precipitò il volo diretto contro Capitol Hill dopo la rivolta dei passeggeri, e il Pentagono, bersaglio di un quarto velivolo.

Come Barack Obama -  Il presidente visiterà tutti e tre i siti degli attacchi dei dirottatori, come fece Barack Obama nel 2011 per il decimo anniversario dell'11 settembre. La vicepresidente Kamala Harris e il marito parteciperanno invece ad un evento separato a Shanksville, prima di raggiungere la first couple al memoriale della Difesa. Il dettaglio delle visite non è ancora stato diffuso ma ci saranno sicuramente imponenti misure di sicurezza.

11 settembre, l'Fbi diffonde le foto inedite dell'attacco al Pentagono

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Gli orfani dell'11/9 - In questi giorni le tv americane stanno trasmettendo speciali, documentari, interviste con soccorritori e sopravvissuti. Tra loro anche gli orfani dell'11/9 perché 20 anni sono ormai un'intera generazione. Quasi tutti però sembrano concentrati su quel giorno, sulle immagini di distruzione, caos e shock, sul refrain 'remember', 'never forget', e le storie sono sempre le stesse. Non manca tuttavia chi, come Spike Lee nel suo "Nyc Epicenters: 9/11-2021½", si chiede se in realtà non si chiuda un'epoca e si interroga su com'è cambiata l'America da allora, su cosa è successo dopo: il pantano militare dall'Afghanistan alla guerra in Iraq con le torture del carcere di Abu Ghraib, la crescita del razzismo e dell'islamofobia di cui fece le spese anche Obama (accostato a Osama bin Laden), la diffusione di teorie cospirative (a partire dal crollo delle Torri Gemelle), la perdita di fiducia nelle istituzioni che demagoghi come Donald Trump hanno usato per minare la democrazia, realizzando paradossalmente l'obiettivo di Bin Laden di dividere e indebolire l'America. Con l'assalto al Congresso come simbolo di un Paese insanabilmente polarizzato, lontano da quello dell'11/9 in cui dopo l'attacco un coro di parlamentari repubblicani e democratici cantarono insieme sulla scalinata di Capitol Hill 'God Bless America'. 

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