"LO RIPROPORREMO IN AULA"

Vaccini, Salvini: lo Stato risarcisca eventuali danni

Parlando del Grenn pass il leader della Lega ha raccontato del figlio che ha deciso di vaccinarsi, non "perché convinto", ma per non pagare i tamponi

"L'abbiamo proposto in commissione e ce l'hanno bocciato ma lo riproporremo in Aula: se tu Stato, non dico mi imponi ma fai di tutto per portarmi a vaccinare, io dico: bene, ma se ci sono dei danni conseguenti, mi risarcisci tu che mi stai portando a fare questa scelta". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini. Il Green pass? Giusto chiederlo, ma "non può essere uno strumento che permette di licenziare o discriminare", ha quindi aggiunto.

"La Lega contro ogni obbligatorietà" "Visto che ormai il 70% della popolazione adulta italiana è vaccinata, e lo ha fatto liberamente, la Lega era, è e sempre rimarrà per la volontarietà vaccinale. Siamo contro ogni tipo di obbligo", ha quindi aggiunto Salvini, sottolineando che "l'obbligo vaccinale tout court, a stasera, esiste solo in tre Paesi: Tagikistan, Turkmenistan e Indonesia, e con tutto il rispetto per tutti i popoli del mondo non penso che siano modelli democratici da seguire". "Paga la spiegazione, non paga l'obbligo, la costrizione, la multa o il divieto".

Sul Green pass il leader della Lega ha quindi rimarcato che e' giusto chiederlo "allo stadio" o "in ospedale o nelle case di riposo", ma "mi rifiuto di pensare il Green pass esteso a tutti, pensiamo in metropolitana alle 8 di mattino a Roma". "Il Green pass - ha spiegato il leader della Lega - dev'essere uno strumento che permette di lavorare, non può essere uno strumento che permette di licenziare o discriminare".

"Mio figlio si vaccina per non pagare i tamponi"Salvini ha poi raccontato della decisione del figlio di vaccinarsi: "Mio figlio in questi minuti sta andando a vaccinarsi a Milano non perché convinto, ma perché la settimana prossima ha gli allenamenti di calcio e dovrebbe fare tre tamponi a settimana per un costo di 30 euro a tampone. Io non voglio un'Italia per ricchi e una per poveri, dove i primi possono scegliere. Se lo Stato mi impone una cosa, deve darmi gli elementi per andare avanti".