Da oltre sette anni Wall of Dolls Onlus è attiva nella difesa delle donne vittime di violenza. E anche a Venezia 78 porta la propria battaglia di civilità. Ha infatti presentato il docufilm "Matrimoni Forzati", in memoria di Saman Abbas e dedicato a tutte quelle donne afgane private dei propri diritti, nuovamente soggette a violenza, discriminazione e “schiavitù”,compresa la pratica brutale dei matrimoni forzati. Il docufilm è stato scritto da Francesca Carollo, giornalista e Jo Squillo, conduttrice tv, prodotto da Wall of Dolls Onlus, di cui sono rispettivamente presidente e fondatrice.
Ha colpito l’intero Paese quest'anno la storia di Saman Abbas, la diciottenne pachistana residente a Novellara, in provincia di Modena, che si è ribellata a un matrimonio combinato dalla sua famiglia, pagando , quasi certamente con la sua stessa vita, il desiderio di essere libera. Il corpo di Saman dopo oltre quattro mesi non è ancora stato trovato e i suoi familiari sono latitanti, scappati dalle loro responsabilità, qualunque siano. Ma quante Saman Abbas ci sono in Italia? Quante sono invisibili ai nostri occhi?
Oggi, nel 2021, ci sono ancora donne alle quali non è concessa la libertà di amare, di sognare il proprio futuro, il futuro che vorrebbero. Donne costrette ad essere sottomesse ai loro uomini, alle loro famiglie, succubi delle tradizioni di matrimoni combinati o peggio, forzati. Il docufilm "Matrimoni Forzati" racconta le storie di tre donne vittime di matrimoni combinati o imposti. Donne che, ciascuna a suo modo, sono fuggite dai loro mariti, da situazioni di infelicità e violenza. Ma che hanno pagato e pagano tutt’oggi un prezzo altissimo per la loro libertà. Parvinder Aoulakh, Pinky, indiana di nascita ma bresciana d'adozione, è stata costretta a sposarsi con un uomo voluto dalla famiglia, originario del suo Paese e appartenente alla sua stessa casta. Si, perché a regnare è proprio la casta, bandita dalla legge ma vigente per la tradizione indiana. Lui, il marito di Pinky, geloso della vita occidentale e dell’autonomia, anche economica, della donna, cresciuto con una mentalità molto maschilista, ha iniziato a compiere su di lei violenze, prima psichiche e poi fisiche, anche davanti ai loro due figli. Fino al tragico epilogo: il 20 novembre 2015 Pinky si ribella, dicendogli di voler andarsene, lui in preda a una rabbia cieca la cosparge di diavolina, bloccandola in casa, e anche sei lei riesce a scappare in giardino, lui le da fuoco. Pinky verrà salvata dai vicini di casa. Mesi di ospedale e ustioni gravissime sono i segni indelebili di questa tragedia, anche se oggi Pinki è una bellissima combattente che lotta per aiutare le donne, testimonial di Wall of Dolls Onlus Brescia.
E poi ci sono altre due ragazze, giovanissime, le chiameremo Nus e Nev, delle quali non è possibile rivelare identità e volto. Farlo vorrebbe dire mettere in pericolo la loro vita, segnata dalla lotta contro mariti violenti e prevaricatori. Altre due vittime con un disperato bisogno di aiuto, che raccontano come sono arrivate a situazioni critiche di vita. "A volte basta un granello di sale di troppo per essere picchiate”, racconta una di loro. "Molto spesso è la famiglia a decidere tutto, non si può sfuggire". Ed ecco allora che la libertà diventa una chimera inarrivabile, quella libertà che per le donne occidentali è oggi scontata.
Il docufilm verrà trasmesso sulla pagina Instagram della Onlus @wallofdolls, su Sky Canale 180 e sul sito www.wallofdolls.it.
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