Diciamolo subito, non è una questione di taglia. Le anomalie mammarie sono un'ampia categoria di malformazioni che comprendono tutti i casi in cui il seno “non è normale”, per forma e simmetria. Si tratta di un tema relativamente “nuovo” in chirurgia plastica, che a causa del numero crescente di casi non è più confinato ai congressi e ai confronti tra specialisti. In particolare, un’anomalia sempre più comune è il seno tuberoso, così chiamato proprio per la forma “a tubulo” che assumono le mammelle.
Il seno tuberoso rappresenta la forma più accentuata del cosiddetto seno stenotico, caratterizzato da uno sviluppo anomalo della ghiandola mammaria, che risulta “strozzata” (cioè appunto stenotica) e concentrata in modo innaturale nella regione dietro all’areola. Si parla in questi casi di anomalie evolutive, in quanto non presenti alla nascita, ma che appaiono con lo sviluppo del seno durante la pubertà. Come in tutti gli altri casi di anomalie mammarie, tra cui una grande differenza di volume tra un seno e l'altro, il problema è estetico/ricostruttivo e ha spesso una conseguenza psicologica e in termini di sicurezza personale. Senza, però, nessun rischio per la salute.
Quante donne soffrono di anomalie mammarie?
"Non esistono numeri precisi, ma per avere un'idea dell'entità di questo fenomeno ci possiamo richiamare a quanto evidenziato dallo studio che ho realizzato con il mio team qualche anno fa, e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Aesthetic Plastic Surgery. Su 1.600 donne visitate dal 2009 al 2014, ben 604 risultavano affette da anomalia mammaria. In particolare, su 800 donne che si presentavano per un intervento di aumento o riduzione del seno, la percentuale di quelle con seno stenotico è risultata essere del 47,9%, pari a 383 casi. Se colpisce il numero di pazienti che soffrono di questa malformazione, è anche importante notare come spesso le donne non ne siano consapevoli, ma avvertano comunque un’esigenza di modifica, che tocca poi allo specialista interpretare correttamente, cioè in senso ricostruttivo. Anche a questo scopo, abbiamo realizzato un sistema di classificazione che aiuta gli addetti ai lavori a riconoscere i casi, anche i meno eclatanti, e a trattarli nel modo più opportuno. Come? Mai come per questa chirurgia, in modo completamente personalizzato, caso per caso, perché non c'è un caso uguale all'altro".
Come si affrontano le anomalie mammarie?
"La correzione delle anomalie mammarie è solo chirurgica e richiede il ricorso a una tecnica complessa, ma non è fisicamente molto impegnativa per la paziente. In mani esperte si ottengono risultati gradevoli, naturali ed “estetici”, anche se in realtà si tratta di un intervento ricostruttivo. In base alle caratteristiche di ogni singola mammella – ma anche alle preferenze espresse dalla paziente, e alla sua età – si interviene rimodellando e allargando la ghiandola stretta. La correzione comporta sempre l’utilizzo di piccole quantità di grasso della paziente stessa, con la tecnica del lipofilling, e in alcuni casi delle protesi di silicone, in modo da ricreare una forma corretta, tondeggiante. A proposito di protesi, di solito si tende a impiantarne due, una per mammella, eventualmente di dimensione differente, per garantire un risultato finale il più possibile simmetrico e stabile nel tempo. In estrema sintesi, l’esito finale non sarà quello di mammelle semplicemente aumentate, ma di forma finalmente normale e aspetto naturale.Buone notizie anche per quanto riguarda i disagi legati all'intervento: nella grande maggioranza dei casi, la correzione delle più comuni anomalie mammarie comporta solo una cicatrice attorno all’areola, tendenzialmente molto poco visibile, ed è sufficiente il ricovero in ospedale per una sola notte".
Chi paga l'intervento?
"Nei casi più accentuati, seppur con variazioni da Regione a Regione, l’intervento di correzione delle anomalie mammarie è a carico del Servizio Sanitario Nazionale e quindi non comporta alcuna spesa da parte della paziente. Diverso il caso delle malformazioni meno vistose, la cui correzione deve essere pagata dalla paziente, in regime privato".
Anche per gli uomini esistono casi di sviluppo anomalo della regione pettorale?
"Sì. Come è facile constatare in estate su una qualsiasi spiaggia, il petto di “lui” tende sempre più spesso ad assumere forme tondeggianti. Anche il “seno” negli uomini, che si chiama ginecomastia, può essere risolto solo chirurgicamente: una richiesta in grande crescita, a causa del disagio psicologico con cui gli uomini vivono questo problema. L'intervento consiste, a seconda dei casi, nell'eliminazione di un disco di ghiandola mammaria (sì, anche gli uomini ce l'hanno) o in una lipoaspirazione localizzata nella regione pettorale. O, ancora, nell'abbinamento tra entrambi i trattamenti. I risultati sono molto naturali, con il ripristino di un petto maschile, non scavato ma neanche sovrabbondante".
Abbiamo visto che donne e uomini possono andare incontro a uno sviluppo anomalo della zona mammaria. Le cause sono simili?
"Per quanto riguarda le cause, la questione è ancora aperta e per ora sono state formulate solo delle ipotesi, seppur ampiamente condivise. I principali indagati al momento sono gli inquinanti ambientali e gli ormoni presenti nei cibi. La ghiandola mammaria, infatti, è un organo bersaglio di ormoni e pertanto è sensato supporre una relazione tra la diffusione di queste sostanze e lo sviluppo anomalo della ghiandola, che viene declinato in modo diverso nei due generi".