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Australiani bloccati a Panama dal Covid: tornano a casa in barca a vela dopo 80 giorni in mare aperto

Jake Shephard e Tamara Ilic erano rimasti inizialmente bloccati in Thailandia, dove lavoravano come guide turistiche. E una volta non rinnovato il visto è iniziata l'avventura 

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In 80 giorni non hanno fatto il giro del mondo, come recita il più noto romanzo d'avventure di Jules Verne, ma comunque un'impresa degna di nota. Jake Shephard e Tamara Ilic sono due australiani che erano rimasti bloccati a Panama a causa del Covid e che per tornare a casa hanno deciso di utilizzare una barca a vela. E alla fine sono rimpatriati dopo una lunga navigazione e dopo aver trascorso, appunto, 80 giorni in mare aperto. 

Costosissime tariffe aeree - Jake Shephard e Tamara Ilic hanno deciso di salpare in barca a vela da Panama nel disperato tentativo di eludere le restrizioni di volo e le costosissime tariffe aeree. Il primo settembre hanno completato l'ultima tappa, questa comodamente in uno yacht, dalle Isole Figi alla turistica Gold Coast del Queensland per quella che è stata l'ultima tratta del lor avventuroso viaggio di ritorno.

Via dalla Thailandia - Bloccati inizialmente a marzo in Thailandia, dove lavoravano come guide turistiche, dopo ripetute estensioni del visto hanno dovuto lasciare il Paese, diretti verso qualunque destinazione che li accogliesse. Sono così finiti a Panama, ma senza riuscire, da lì, ad assicurarsi un volo accessibile per l'Australia. 

L'ultima opzione - Così come ultima opzione hanno acquistato una malandata barca a vela di 13 metri di nome China Plate, con uno skipper alcolizzato e poco affidabile, a bordo della quale nonostante varie disavventure hanno percorso le 3000 miglia nautiche fino alle Fiji, da cui si sono finalmente imbarcati su uno yacht di lusso che li ha portati fino alla Gold Coast, dove sono tuttora in quarantena.

"Simbolo di speranza" - Jake Shephard e Tamara Ilic hanno dichiarato di considerarsi un "simbolo di speranza" per le decine di migliaia di australiani ancora bloccati all'estero. La loro odissea, hanno sottolineato, è costata loro un terzo di quanto avrebbero altrimenti pagato in biglietti aerei. L'avventura della vita, per giusta "economica". Un viaggio di ritorno decisamente più lungo del previsto ma anche decisamente indimenticabile. 

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