braccio di ferro

Il "porca pu...na" di Lino Banfi tagliato dallo spot, il Moige vince la "battaglia" | La precisazione di Tim

La frase nella pubblicità di Tim Vision non era piaciuta al Movimento Italiano Genitori che ha presentato una denuncia all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e al Comitato Tv Minori. "Nessuna censura" puntualizza Tim

© IPA

Niente più “porca pu...ena” nella pubblicità di Tim Vision con Lino Banfi, battuta censurata. Una decisione giunta dopo la denuncia del Movimento Italiano Genitori (Moige) all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e al Comitato Tv Minori, che esulta: "Non si tratta di una vittoria di altri se non dei diritti dei minori in Tv e sul web, troppo spesso trascurati in sede di programmazione e realizzazione degli spot e dei programmi”.

Così Banfi inveirà lo stesso contro la sua antenna ma in maniera più "politically correct",  per non turbare nessuno. "Una sensibilità e disponibilità dell'azienda - fanno sapere dal Moige - che va senza dubbio riconosciuta". 

La precisazione di Tim - Con riferimento a quanto riportato in merito allo spot di TimVision con protagonista Lino Banfi, Tim precisa che non risulta nessun provvedimento del Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria o del Comitato Media e Minori e che pertanto non vi è stata nessuna censura. La diffusione degli spot previsti a supporto dell’offerta calcio sta proseguendo secondo quanto pianificato lo scorso luglio.

Il post social di Moige - Puntualizzazioni sono arrivate via social anche dal Moige. "Oggetto dell’intervento è stato lo spot, non il suo protagonista; e oggetto della richiesta è stata non la cancellazione dai palinsesti e dal web della clip TimVision, ma l’esclusione dal circuito dei minori, come doveroso in questi casi" riporta un post Instagram condiviso dal Movimento Italiano Genitori. "Non si è trattato quindi di una richiesta di censura, come erroneamente riportato da alcuni osservatori, né di un qualsiasi attacco o denuncia personale a Lino Banfi, personaggio amatissimo di cui non è in questione la figura: si è trattato della semplice richiesta di mostrare agli adulti uno spot adatto agli adulti". 
 

La ricostruzione della vicenda - La battuta cult del comico pugliese era ritornata in auge dopo l’esultanza di Immobile e Insigne che, nel corso degli Europei 2020, lo avevano omaggiato ripetendo proprio le parole "incriminate".  "In una tv già subissata da contenuti volgari e inadatti ai minori - scriveva il Moige prima della vittoria - non si sente davvero bisogno di un'ulteriore dose di cattivo gusto e volgarità".