Una vittoria sancita da un urlo di gioia quella di Bebe Vio. Dopo aver conquistato il secondo oro olimpico nella scherma, l'atleta si è lasciata andare a un momento di commozione e ha raccontato della malattia che l'aveva costretta a rinunciare alle gare di sciabola di aprile: "Ho avuto un'infezione da stafilococco che è andata molto peggio del previsto. Ho rischiato di dover amputare il braccio sinistro e di morire poco dopo".
Un traguardo che l'atleta di Mogliano Veneto ha voluto condividere anche con il suo team: "Il dottor Accetta è stato bravissimo, come tutto lo staff. Io a Tokyo non dovevo esserci. Non so come abbiano fatto il mio fisioterapista Mauro Pierobon e il preparatore atletico delle Fiamme Oro Giuseppe Cerqua a fare questa magia".
"Sono state due medaglie (questa e quella di Rio 2016, ndr) completamente diverse. A Rio è stata l'emozione della prima volta, mentre qui è stata veramente tosta perché non era nemmeno scontato che potessi tornare a tirare", ha proseguito Vio. Che sui social ricorda con il suo solito entusiasmo: "Se sembra impossibile, allora si può fare..due volte!".