Sono tre gli indagati per l'aggressione omofoba ai danni di Antonio Paladini, 42enne di Leverano (Lecce) insultato e poi picchiato all'interno del suo bar "Il barattolo a Sud". Uno di loro, 49 anni e originario di Santa Maria Capua Vetere, è un poliziotto penitenziario che presta servizio a Parma. Tra le accuse, per uno dei tre uomini, c'è anche l'apologia del fascismo: il 69enne si sarebbe allontanato dal locale urlando "noi siamo fascisti".
Le indagini - In un primo momento, la denuncia della vittima è arrivata con un post sui social, poi Paladini si è presentato in questura per una querela. Gli uomini della Digos hanno ricostruito la vicenda individuando i responsabili, tutti e tre di età compresa tra i 49 e i 69 anni. Dovranno rispondere in concorso di percosse aggravata da futili motivi e da finalità discriminatorie. Per il più anziano del gruppo, l'accusa è anche quella di apologia del fascismo.
L'aggressione - La sera in cui si è consumato il delitto, Paladini e una dipendente sono stati presi di mira dai tre clienti. Prima hanno ricevuto insulti omofobi e quando gli avventori sono stati invitati ad abbandonare il locale, hanno accerchiato il titolare, spintonandolo e scaraventandolo contro un tavolo. Grazie all'intervento dei dipendenti di una pizzeria vicina, gli aggressori sono stati messi in fuga.
Il locale Lgbt - Il bar 'Barattolo a sud' è stato aperto lo scorso luglio a Leverano, nel Salento, ed è una succursale di un locale analogo di Bologna. Sulla loro pagina Facebook, i gestori lo definiscono un luogo "safe, queer e antifa, dove non sono ammessi comportamenti sessisti, fascisti, transomofobi".