SALE LA TENSIONE

Afghanistan, l'allarme degli 007: "Imminenti attacchi dell'Isis a Kabul" | Gli Usa: "Americani e afghani partiranno anche dopo agosto"

Intanto Russia e Cina suggellano "un'asse" per giocare un ruolo da protagonisti nel ridisegnare gli equilibri della regione, dopo il ritiro degli Stati Uniti deciso da Joe Biden

C'è un alto rischio di attacchi dell'Isis all'aeroporto di Kabul. A lanciare l'allarme sono i servizi di intelligence di Usa, Gran Bretagna e Germania. Il tempo sta per scadere: manca poco per lasciare l'Afghanistan entro il 31 agosto, data di ritiro delle truppe occidentali. Il segretario di Stato americano Antony Blinken apre però uno spiraglio: i talebani si sono impegnati a lasciar partire americani e afghani a rischio anche dopo agosto.

Le operazioni di evacuazione dei civili dall'aeroporto di Kabul si stanno per concludere, per lasciare gli ultimi giorni disponibili prima del 31 agosto al ritiro dei militari occidentali.

Le truppe americane - così come quelle italiane, canadesi, turche - hanno già cominciato a rientrare, riducendo di fatto le possibilità per quei 10mila afghani ancora accalcati attorno all'aeroporto di riuscire a imbarcarsi su un volo.

Isis contro talebani - "Stiamo correndo contro il tempo", ha fatto sapere il Pentagono. Anche perché - hanno avvertito gli 007 di Washington, Londra e Berlino - sullo scalo afghano incombe la minaccia sempre più concreta e "imminente" di attentati suicidi della branca asiatica dello Stato islamico, il cosiddetto Isis-Khorasan, nemico giurato dei talebani, pronto a creare il caos nel pieno del ritiro della Nato. Fonti dell'antiterrorismo americano hanno riferito alla Cnn che l'Isis-K potrebbe contare su centinaia di jihadisti fuggiti dalle prigioni di Bagram e Pul-e Charkhi, tra cui anche "veterani della Siria e altri foreign fighter".

Evacuazioni e caccia casa per casa - Finora sono state portate via da Kabul oltre 82.300 persone, ma a rischio di rappresaglie talebane ve n'erano almeno 300mila, contando solo gli ex collaboratori della Nato. Washington sta cercando di esfiltrare anche 250 magistrate - con le loro famiglie - che, pur non avendo lavorato direttamente con gli americani, in passato avevano emesso severe condanne nei confronti dei talebani. "Ci danno la caccia casa per casa", è stato l'allarme lanciato da una giudice nella provincia di Herat.

Corsa contro il tempo - E' impensabile, a questo punto, che si riesca a mettere in salvo tutti i civili in pericolo entro martedì prossimo, tanto piu' che i talebani ostacolano l'accesso degli afghani allo scalo, minacciando e picchiando chi cerca di raggiungerlo, così come avevano promesso: "Faremo passare solo gli stranieri". Che pure hanno difficoltà ad arrivare, tanto che il Pentagono ha dovuto compiere un terzo blitz con un elicottero per andare a prendere un gruppo di venti persone fuori dal perimetro dell'aeroporto.

Asse Cina-Russia, imbarazzo di Biden - Una telefonata per suggellare l'asse tra Cina e Russia alla luce di quanto sta accadendo in Afghanistan. E' stata quella tra Xi Jinping e Vladimir Putin, pronti ad entrare in campo da protagonisti nel ridisegnare gli equilibri della regione dopo il precipitoso e imbarazzante ritiro degli Stati Uniti deciso da Joe Biden. Il presidente americano è ormai da giorni rinchiuso e assediato dalle critiche nel fortino della Casa Bianca, dove tra Studio Ovale e Situation Room continua a seguire notte e giorno l'operazione di evacuazione dall'aeroporto di Kabul.

Xi Jingping e Vladimir Putin in questa fase hanno dunque mani più libere per progettare il futuro e lanciare in queste ore una vera e propria offensiva diplomatica. Nel loro colloquio non solo aprono al G20, per tornare a collaborare fattivamente con la comunità internazionale a partire proprio dalla situazione afghana, ma si mettono d'accordo per uno strettissimo coordinamento tra Pechino e Mosca, in grado innanzitutto di favorire una transizione graduale a Kabul e un'azione di prevenzione del terrorismo e dei traffici di droga.

A Kabul restano ancora 4.100 civili e 5.400 soldati americani, più quelli degli alleati, consapevoli che non potranno restare un giorno di più senza l'ombrello di Washington. Londra ha quindi avvertito in mattinata che porrà fine alle evacuazioni dei civili entro 24-36 ore, Parigi fermerà il suo ponte aereo nella serata di giovedì, Varsavia ha già concluso le sue operazioni, Berlino farà altrettanto entro venerdì quando, secondo la Bild, lascerà del tutto "l'inferno afghano".

L'impegno dei talebani - "La fine del ponte aereo non deve essere la fine degli sforzi per aiutare gli afghani", ha però sottolineato Angela Merkel. E una prima "promessa" ai talebani sembra averla strappata il suo ambasciatore, Markus Potzel, dopo un incontro a Doha con il vicecapo dell'ufficio politico dei mullah, Sher Abbas Stanikza: "Mi ha assicurato che gli afghani con i documenti validi avranno la possibilità di partire su voli commerciali dopo il 31 agosto", ha annunciato il tedesco. Intenzione confermata sempre con un tweet da uno dei portavoce dei talebani, Suhail Shaheen: il ritiro delle truppe straniere entro la scadenza "aprirà la strada alla ripresa dei voli civili", sospesi dalla caduta di Kabul del 15 agosto.

La richiesta d'aiuto alla Turchia - In quest'ottica, i nuovi padroni dell'Afghanistan hanno chiesto alla Turchia di fornire "assistenza tecnica" nella gestione dell'aeroporto Hamid Karzai dal primo settembre, ma senza i 600 militari di Ankara - come aveva proposto il presidente Erdogan - che come gli altri si stanno ritirando. E con l'Isis già ai cancelli.