Videogiochi: come la pandemia ha trasformato gli attori in doppiatori di successo
Un report pubblicato su un noto quotidiano inglese ha portato alla luce come la domanda di doppiatori sia aumentata nel settore videoludico, costituendo una vera e propria ancora di salvezza durante il lockdown
Il lungo periodo di lockdown e di clausura forzata durante la pandemia da Covid-19 non ha generato solo maggior pubblico per il settore dei videogiochi. Con i teatri chiusi, la produzione musicale, televisiva e cinematografica in pausa, artisti e attori hanno scelto di orientarsi verso opportunità di lavoro che potevano essere svolte durante isolamento e l'industria videoludica in piena espansione era pronta a riempire tale vuoto. Il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato un report in cui si descrive proprio come la domanda di attori e doppiatori nei videogiochi abbia registrato un notevole incremento grazie alla pandemia.
"Nel momento in cui il Covid-19 ha colpito con più severità, tutti mi chiedevano: 'Che microfono devo prendere? Come si allestisce un home studio?'", racconta Cassie Layton, attrice e musicista del sud-ovest di Londra. "Sono stata fortunata perché ho lavorato come doppiatrice per alcuni anni prima che la pandemia colpisse il mondo. Credo che ogni singolo attore come me abbia avuto il pensiero di allestire uno studio casalingo".
Il lavoro di voiceover fa parte del repertorio di molti attori da molto tempo prima che la pandemia prendesse il sopravvento. Il lancio delle console next-gen di Microsoft e Sony ha concentrato ancora più attenzione sulle produzioni videoludiche, dove le rappresentazioni riccamente animate e recitate sono ormai una consuetudine e i budget di produzione hanno largamente superato quelli di un film di Hollywood. Diversi attori sono stati ingaggiati in progetti, come il pluripremiato The Last of Us, dove oltre al doppiaggio hanno dovuto letteralmente "vestire i panni" dei protagonisti attraverso delle tute specificamente create per il motion capture.
Tutto ciò ha aumentato la domanda di doppiatori, e ha fornito una manna per i lavoratori le cui altre fonti di reddito si sono prosciugate. Non che il processo sia stato puramente guidato dalla fredda realtà economica. "Alcuni attori, che hanno sempre avuto un interesse per i videogiochi ma sono stati finora troppo impegnati in altre forme di recitazione, possono finalmente tuffarsi in forme di doppiaggio come si deve", ha affermato Sam Hughes, doppiatore britannico che vive in Finlandia.
Sebbene il settore stia registrando un’ascesa incredibile, sono ancora esigue le statistiche e gli studi sulla portata di tale forma di business. "In parte perché non esiste un ente commerciale con cui possiamo negoziare", ha rivelato Shannon Sailing, funzionario industriale per l'audio, i nuovi media e i videogiochi. "Ma anche perché si tratta a tutti gli effetti di nuova professione. Siamo in trattativa con alcuni dei maggiori studi di registrazione nel Regno Unito, per cercare di ottenere un accordo collettivo".
Vi sono anche altre insidie che potrebbero minare il lavoro dei doppiatori di videogiochi. "Potrebbe verificarsi la scomoda eventualità che non venga comunicato loro in anticipo cosa dovranno esprimere", ha proseguito la Sailing. "Alle persone potrebbe essere chiesto di recitare una parte delicata semplicemente leggendo un foglio di calcolo senza alcun contesto, interpretare delle scene di sesso, pronunciare insulti razziali e così via, il che potrebbe metterli in una posizione molto scomoda".
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