La Cina ha approvato la modifica alla legge sulla Popolazione e la pianificazione familiare per consentire alle coppie di poter avere fino a tre figli, ultima mossa contro il calo delle nascite e l'invecchiamento della popolazione. Lo Stato, secondo le nuove disposizioni rilanciate dall'agenzia Xinhua, "promuove il matrimonio e il parto all'età giusta, l'assistenza prenatale e postnatale", mentre ogni "coppia puo' avere tre figli".
Già nel 2016 era stata abolita la legge, ultradecennale, del figlio unico che era stata creare per il problema opposto a quello odierno. Ovvero fermare l'esplosione demografica. Ma l'ultimo censimento varato da Pechino ha visto ha dimostrato che nemmeno la concessione dei due figli per coppia ha fatto invertire il trend sull'invecchiamento della popolazione. La causa principale è da ricercare prevalentemente negli alti costi di mantenimento dei figli nelle città cinesi: spese ormai fuori controllo.
Il pacchetto include anche misure di sostegno per le famiglie di carattere finanziario, fiscale, assicurativo, educativo, abitativo, occupazionale e di altro tipo, che dovranno essere attuate con l'apporto del governo centrale e delle amministrazioni locali. I genitori con un terzo figlio non dovranno quindi piu' pagare una multa, né essere puniti dalle loro unità di lavoro. Il terzo figlio non dovrà più affrontare restrizioni per ottenere un permesso di registrazione familiare, noto come "hukou", o un posto nelle scuole, oppure pesare sulla richiesta di occupazione dei genitori. Saranno migliorati i servizi pubblici relativi alla pianificazione familiare, in particolare per l'educazione dei bambini, l'assistenza agli anziani, la sorveglianza e le previsioni demografiche.
I dati dell'ultimo censimento nazionale, il settimo relativo al 2010-20, avevano certificato in modo inequivocabile l'invecchiamento della popolazione cinese - oggi a quota 1,411 miliardi di persone e incalzata dall'India - che per la prima volta in assoluto aveva visto il numero di over 60 schizzare a più di 264 milioni, oltre quello degli under 14, pari a 253,38 milioni. Il tasso di natalità a quota 1,3, molto al di sotto di quel 2,1 ritenuto il "limite minimo" per la crescita della popolazione, rivelando problemi strutturali alla tenuta del sistema previdenziale.
La spesa sociale diventa insostenibile - L'aumento della popolazione anziana è diventato un peso economico e sociale, essendo tra l'altro fattori con un impatto geopolitico poiché ostacoleranno le ambizioni cinesi di diventare una superpotenza economica e militare sfidando gli Usa. Per questo il governo potrebbe prossimamente alzare anche l'età pensionabile, un tema anche qui impopolare: la Cina ha uno dei livelli più bassi al mondo e il Partito comunista aveva già espresso nel 2020 la volontà di varare una riforma in tal senso.
Con il calo della natalità al tasso attuale, la popolazione potrebbe iniziare a ridursi in uno o 2 anni: nel 2020 sono stati censiti 12 milioni di nuovi bambini tra le incertezze della pandemia del Covid-19, il numero più basso dal 1961, quando la Cina fu sconvolta dalle carestie seguite al "Grande balzo in avanti" di Mao Zedong, e in calo del 22% sulle 14,65 milioni di nascite del 2019. Nel decennio preso in considerazione dall'ultimo censimento, la popolazione è cresciuta del 5,38%, ad un tasso annuale dello 0,53%, sotto il livello già basso dello 0,57% registrato tra il 2000 e il 2010.
I rischi per l'occupazione femminile - Il cambiamento di politica ha però creato malumori. Molte persone che si sono lamentate del fatto che le coppie provenienti da famiglie con figlio unico dovrebbero tirare su tre figli, sostenendo al contempo quattro genitori anziani. Oltre a sollevare dubbi sull'occupazione femminile: per le donne potrebbe diventare più difficile trovare lavoro poiché è improbabile che le aziende siano disposte a sostenere i costi della maternità.