FOTO24 VIDEO24 2

Afghanistan, Draghi: "Su accoglienza e sicurezza l'Europa sarà all'altezza | Prevenire infiltrazioni terroristiche"

Dal premier un pensiero alle famiglie dei 54 caduti italiani in venti anni di missione: "Il loro sacrificio non è stato vano"

Ansa

"L'Europa sarà all'altezza del compito cui è chiamata per affrontare la crisi afghana". Ne è certo il premier Mario Draghi spiegando di averne parlato con la cancelliera tedesca Angela Merkel. "Siamo tutti consapevoli che la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l'accoglienza e la sicurezza", aggiunge.

"La priorità - ribadisce un portavoce comunitario - è l'evacuazione degli afghani che lavoravano per gli Stati Ue, ma lavoriamo per un approccio complessivo" dei migranti dall'Afghanistan.

Dall'Afghanistan all'Occidente, la rotta migratoria orientale

1 di 1

Il tema più caldo resta quello dell'accoglienza, sottolinea Draghi al Tg1, "nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan in questi anni e delle loro famiglie, quelli che sono chiamati i 'collaboratori'. Ma anche l'accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle liberta' fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne", argomenta.

Un piano "complesso" che richiede un coordinamento stretto fra tutti i Paesi "in primis quelli europei". Un'unione che deve essere mantenuta anche in merito alla sicurezza dove è necessario "prevenire infiltrazioni terroristiche". Temi che Draghi intende mettere sul tavolo del G20 individuato come sede naturale dove "poter avviare un'opera di collaborazione" visto che saranno coinvolti fra gli altri paesi come "la Cina, la Russia, l'Arabia Saudita, la Turchia".

Nel frattempo le operazioni di rimpatrio dall'Afghanistan proseguono. Il presidente del Consiglio rivolge poi un pensiero a chi da quella martoriata non è tornato, cioè i 54 caduti italiani in venti anni di missione. "Il loro sacrificio non è stato vano - sottolinea - per me e per gli italiani sono degli eroi".

Afghanistan, i talebani nel palazzo del signore della guerra vicino agli Usa: risate tra i divani di raso e stoviglie d'oro

1 di 12
2 di 12
3 di 12
4 di 12
5 di 12
6 di 12
7 di 12
8 di 12
9 di 12
10 di 12
11 di 12
12 di 12
Decine di combattenti talebani che armi in pugno entrano nel sontuoso palazzo Abdul Rashid Dostum, signore della guerra e acerrimo nemico degli insorti che avrebbe dovuto difendere la città di Mazar-i-Sharif fuggiti e invece è fuggito. A mostrarli è un video diffuso da Al Arabya nel quale gli insorti si riprendono mentre ridono e si siedono sui divani di raso, passandosi i servizi da the in oro e mostrando lo sfarzo del palazzo

Ma è tutto il fronte politico italiano a muoversi sulla crisi afghana con le varie anime del governo che, inevitabilmente, finiscono su fronti opposti. Dal Pd il segretario Enrico Letta chiama alla mobilitazione nazionale per "aiutare chi resta e accogliere chi fugge". Il leader leghista Matteo Salvini, che ha avuto un colloquio con l'ambasciatore dell'Afghanistan in Italia, mette in chiaro invece come lo Stivale non possa essere l'unico centro di accoglienza in tutta Europa" invitando tutti i paesi a fare "la loro parte".

La necessità di una risposta comune dell'Ue viene ribadita anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che invita l'occidente a una "riflessione approfondita sugli errori commessi e sulle lezioni da apprendere". Questioni che dovranno essere approfondite ma ora serve governare il presente assicurando i voli umanitari e facendo pressioni sui talebani in merito al rispetto dei diritti delle donne "pena l'isolamento internazionale del Paese", dichiara ancora Di Maio nel corso del suo intervento al Consiglio esteri Ue.

Un obiettivo da non fallire dopo la fuga disordinata che, secondo il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, resterà come "una pagina di vergogna per i Paesi liberi" destinata a minarne la loro credibilità nel mondo. "L'Occidente, l'Europa e anche l'Italia hanno dei doveri ai quali non possiamo sottrarci, senza venir meno ai valori e ai principi sui quali si fonda la nostra stessa idea di civiltà, di libertà e di dignità della persona". 

Espandi