DIAGNOSTICATA NELL'AGOSTO 2018

Selma Blair annuncia: "Dopo 3 anni ho vinto la battaglia contro la sclerosi multipla... è in remissione"

L'attrice che aveva perso l'uso di una gamba e della parola si è sottoposta ad un intervento di trapianto di cellule staminali

Dopo 3 anni di battaglia contro la sclerosi multipla Selma Blair svela che la terribile malattia è in remissione. L'attrice, 49 anni ha affrontato mesi duri, dopo la diagnosi dell'agosto del 2018, e oltre al dolore fisico ha dovuto combattere contro una progressiva perdita della capacità di parlare e di usare una gamba. Poi la svolta con un trapianto di cellule staminali e un lungo periodo di chemioterapia. Il tutto documentato sui social con scatti e aggiornamenti <3per aiutare anche gli altri ad accettare le proprie malattie".

E adesso la star di "Cruel Intention" può dire di aver vinto una prima parte della sua guerra contro la malattia. Durante un'apparizione virtuale al panel discovery+ Television Critics Association lunedì scorso, per promuovere il suo prossimo documentario, "Introducing Selma Blair", l'attrice ha confessato: “La mia prognosi è ottima. Sono in remissione. Tutto merito delle cellule staminali" e ha aggiunto: "Ci è voluto circa un anno dopo l'intervento di trapianto di cellule affinché l'infiammazione e le lesioni diminuissero davvero". 

La Blair ha ammesso di avere sempre avuto amici e familiari attorno a sè, che l'hanno sostenuta lungo un percorso durante il quale ci si sente spesso isolati. E ha concluso dicendosi soddisfatta di come la sua fama abbia contribuito a portare consapevolezza sulla malattia e ad aiutare gli altri a trovare la forza per superare le proprie malattie.

"Presentarsi con un bastone sul palco e condividere sui social le proprie debolezze e situazioni spesso imbarazzanti, attraverso scatti e video, è stata la chiave che ha permesso a molte persone di trovare conforto e sicurezza in se stesse e questo significa  molto per me", ha detto l'attrice di "Legally Blonde". “Sono entusiasta di avere una piattaforma sulla quale esprimermi, parlo della mia storia e spero di aiutare così a normalizzare una condizione di malattia affinché anche altre persone si sentano a proprio agio nel raccontare le proprie storie..."