"Siamo felici di poter comunicare che ad oggi sono più di 500mila le persone che hanno firmato il referendum per la legalizzazione dell'eutanasia, stando alle cifre comunicate al Comitato promotore da parte dei gruppi di raccolta firme ai tavoli (430mila firme), alle quali si aggiungono oltre 70mila firme raccolte online e un numero ancora imprecisato di firme raccolte nei Comuni". Lo affermano in una nota i promotori del referendum.
Ad oggi, le firme fisicamente già rientrate al Comitato sono 99mila di cui 48mila già certificate e pronte per la consegna.
La raccolta firme "prosegue con ancora maggiore forza", fanno sapere gli organizzatori, con l'obiettivo di raccogliere almeno 750mila firme entro il 30 settembre "in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errore nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli".
"Il referendum serve a realizzare riforme" - Di fronte agli annunci di iniziative parlamentari e alla "costante violazione dei diritti dei malati", già sanciti dalla sentenza della Consulta sul caso Cappato-Antoniani, i promotori precisano che il referendum "è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante, non uno stimolo al Parlamento affinché legiferi, né tantomeno un alibi per governo e Regioni per continuare a violare impunemente la legge. Continueremo infatti ad agire al fianco di persone malate che, come nel caso di Mario, si vedono conculcata con la violenza la propria libertà di decidere sul fine vita".
Contro la "criminalizzazione del cosiddetto omicidio del consenziente" - A 37 anni dal deposito della prima proposta di legge sull'eutanasia, a prima firma Loris Fortuna, il referendum è "lo strumento per abrogare la criminalizzazione del cosiddetto omicidio del consenziente" (articolo 579 del codice penale). Il fine è anche di rimuovere così gli ostacoli alla legalizzazione dell'eutanasia anche con intervento attivo da parte del medico su richiesta del paziente, sul modello di Olanda, Belgio, Lussemburgo e Spagna, seguendo i principi già stabiliti anche dalla Corte costituzionale tedesca.
L'eventuale decisione del Parlamento - Se nel frattempo "il Parlamento avrà la forza di approvare una legge (come quella ora ferma in Commissione alla Camera) che depenalizzi il cosiddetto aiuto al suicidio (articolo 580 el codice penale), ricalcando la sentenza della Consulta, certamente si tratterà di un passo avanti positivo per impedire ostruzionismi come quello in atto contro Mario, ma non si supererà l'utilità del referendum" sull'articolo 579.
Parallelamente alla strada referendaria, che continua con la raccolta delle prossime centinaia di migliaia di firme, l'Associazione Luca Coscioni prosegue anche con l'aiuto diretto alle persone che si rivolgono all'organizzazione attraverso il "numero bianco sul fine vita" (06 9931 3409, numero gratuito attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17). Nei casi in cui sarà necessario, con Mina Welby e Gustavo Fraticelli, l'Associazione si è detta pronta "a ricorrere alla disobbedienza civile per affermare il diritto fondamentale all'autodeterminazione dei malati in condizione di sofferenza".