I videogiochi sulla salute potrebbero cambiare le terapie sui pazienti, ma i medici sono ancora scettici
Un numero crescente di startup sta creando giochi adatti al trattamento dei degenti, incontrando però i numerosi dubbi del settore sanitario
Negli ultimi anni, le aziende di giochi per la salute si sono mobilitate per sviluppare videogiochi che potessero costituire un valido ausilio alla terapia di diversi pazienti. Il settore emergente ha tutto il potenziale per aiutare i degenti più difficili da raggiungere a continuare il proprio trattamento anche da casa e per dare ai medici che prescrivono i giochi l'accesso a maggiori dati sulla loro condizione.
Tuttavia, ci sono ancora numerose domande e dubbi persistenti su quanto bene funzionino tali terapie e se i professionisti siano disposti a usarle. Uno studio facente parte di una serie chiamata "Future of Healthcare" (il futuro dell’assistenza sanitaria) ha tentato di capire come la tecnologia stia guidando tale innovazione.
Una nuova ondata di startup sta dunque usando i videogiochi per cambiare il modo in cui vengono trattati pazienti che presentano diverse condizioni di salute mentale e fisica. Questi giochi variano da quelli in realtà virtuale ai generi più disparati su dispositivi mobile. "La chiave sarà una ricerca approfondita che dimostri che questi giochi stanno effettivamente portando allo sviluppo di abilità nel mondo reale e che valgono tutto il tempo che le famiglie vi trascorrono", ha dichiarato Vijay Ravindran, fondatore del gioco VR di terapia dell'autismo Floreo.
La maggior parte dei videogiochi terapeutici si concentrano su complesse condizioni psicologiche e comportamentali. Kelli Dunlap, psicologa clinica, game designer e professore aggiunto presso l’American University di Washington, ha affermato che i videogiochi si prestano particolarmente bene a trattare stati emotivi come l'ansia. "I giochi ci offrono molteplici, infinite opportunità di provare qualcosa ripetutamente al fine di ottenere un feedback”, ha riferito. “Questo tipo di ciclo di feedback non è qualcosa di inerente alla vita reale. Se sbagli nella tua vita quotidiana, potresti finire nei guai, senza sapere quando avrai l'opportunità di riprovarci. Ma in un gioco, non si può davvero fallire, a meno che non lo si abbandoni".
Il modo in cui i videogiochi offrono supporto all’educazione e alla didattica è particolarmente utile con i bambini, dal momento che consentono di insegnare queste abilità in modo più naturale. "Quello che fanno è donarci un ambiente in cui tutto è divertente", ha detto Jason Kahn, cofondatore e responsabile scientifico di Mightier, un videogioco che aiuta i più piccoli nella regolazione emotiva. "Questo costituisce un enorme vantaggio, perché i bambini vogliono esserne partecipi. Tutto è coinvolgente e avvincente, ma da modo agli adulti di arrivare a utilizzare le competenze all'interno dei videogiochi".
I videogiochi terapeutici possono anche offrire ai medici l'accesso a maggiori informazioni sui loro pazienti. Edouard Gasser, fondatore di OdySight, un gioco mobile che tiene traccia dei cambiamenti nella vista dei pazienti, ha detto che la quantità di dati che un gioco del genere possa dare ai fornitori costituisce una delle armi più potente che il settore sanitario possa avere. Sebbene l'utente medio del gioco "oftalmologico" abbia circa 72 anni, il team di sviluppo ha scoperto che i pazienti sono stati in grado di impegnarsi regolarmente, fornendo agli oculisti molti più dati di quelli che otterrebbero da visite regolari.
Il fulcro però di maggiore scetticismo nel settore sanitario verte sulla questione se i videogiochi terapeutici possano mantenere o meno i loro effetti positivi nel lungo periodo. Daehyoung Lee, assistente professore di educazione fisica adattata all'Università del Minnesota, ha sviluppato PuzzleWalk, un gioco mobile che aiuta le persone affette da spettro autistico a fare più esercizio. La sua ricerca sull'efficacia dell'app ha svelato che dopo un po' di tempo, gli effetti sono diminuiti a causa del cosiddetto "effetto novità": le persone sono affascinate dalla nuova tecnologia, ma se questa resta sempre uguale alla fine si annoiano.
"Le persone hanno bisogno di nuovi stimoli in costante cambiamento perché questo sia sostenibile in termini di informazioni, ma gli interventi disponibili sono ancora piuttosto stereotipati" ha detto Lee, puntando sul fatto che si debba operare uno studio più approfondito sull’intero universo dei giochi terapeutici, con un maggiore impegno da parte di tutte le aziende che risulti condiviso e coordinato.
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