Jo Squillo: Vivetta, la collezione per l'inverno 2021/22
Il mondo surrealista di Vivetta Ponti non dipinge solo sogni dal garbo infantile. È immerso in una realtà dove un vortice di energie contrastanti — pragmatismo e immaginazione, razionalità e follia — ci spinge a ricercare un punto di equilibrio armonico.
È la natura e la bellezza incantevole dei fiori che ci offre una luce che può dare ordine al nostro caos. I petali di un fiore si aprono come un miracoloso flusso energetico.
Una stampa floreale d’archivio disegnata negli anni '20 viene riletta e distorta in modo illusionistico attraverso la grafica di una favola manga anni '90. Sfuggente e ondulata in segni fluttuanti, è vibrante di colori solari e saturi, caldi e decisi — giallo sole, verde intenso, rosa e arancio, sfavillanti e vitali. Riprodotta su scamiciati in nylon tagliati a trapezio; intarsiata su soffici piumini dalla linea ad A; ripresa su abiti longuette con grandi colletti candidi e sui baby-doll corti dal carré a nido d’ape punteggiato di strass, diventa il fil rouge che imprime energia espressiva alla collezione.
Trompe-l’oeils e accenti surrealisti ricorrono nei colletti intagliati a motivi floreali poggiati su un cappotto in panno grigio ornato da nastri e fiocchi di velluto, come quello di un bambino; nella polo in soffice mohair a cui è applicata sul davanti una identica polo in colore contrastante, come fosse tagliata per una bambola. Trecce bionde o more diventano i lacci di una sweatshirt, o si allungano dal colletto di una camicia in croccante poplin bianco. Piccoli pullover miniaturizzati diventano spille o vengono cuciti come taschini lillipuziani su maglie oversize. Una pelliccia in micro-volants in tulle dégradé riproduce il disegno di un cuore; una camicia maschile si estende fino a diventare cappotto trapuntato; una grande giacca da uomo in tessuto gessato viene sapientemente stretta in vita fino a trasformarsi in una redingote dalla linea a clessidra.
Per sottolineare il lato artistico della sua ispirazione creativa, VIVETTA ha collaborato con il fotografo olandese Paul Kooiker per tradurre la collezione in immagini dal filtro onirico e conturbante, in equilibrio tra luce e ombra.