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La storia di Marco, il ragazzo che sfidò i no vax in piazza: "La libertà individuale non può ostacolare quella collettiva"

Aveva raccontato del padre morto di Covid, prendendo la parola durante un corteo di proteste contro il green pass

"Dovevo accompagnare la mia fidanzata dall'estetista e mi sono ritrovato davanti a questa folla di persone". Inizia così il racconto di Marco Natali, il ragazzo che nei giorni scorsi ha sfidato in una piazza di Lodi un corteo di protesta contro il green pass, raccontando la storia del padre medico, morto a causa del Covid: "Dicevano che i morti di Covid non esistono - ha raccontato a "Controcorrente" - ho aspettato che finissero di parlare, poi ho ho preso la parola e appena ho detto che avevo vent'anni ho ricevuto molti applausi, ma li ho interrotti subito spiegando che sarei andato a parare da un'altra parte".

Marco, infatti, ha voluto raccontare la sua esperienza: "Il 18 marzo dell'anno scorso mio padre è morto - ha spiegato - e ho spiegato loro che se il vaccino fosse arrivato prima, lui sarebbe ancora in vita". Natali poi continua: "Credo sia impensabile dire ancora oggi che il Covid non esiste e che sia considerato come una normale influenza, mio padre non sentiva l'ossigeno nei polmoni". E sul vaccino: "Penso che la libertà di qualcuno finisce nel momento in cui inizia quella di qualcun altro, tu sei libero di non vaccinarti ma non puoi mettere a rischio anche a me",  conclude.

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