La riforma Cartabia arriva all'esame della Camera ma il governo può stare tranquillo. Segnali di disagio arrivano dalle opposizioni, che tentano di rallentare l'iter di approvazione del ddl su cui il governo ha posto la fiducia, ma anche dai 5 Stelle sul voto alle pregiudiziali di incostituzionalità presentate dai partiti di minoranza. Ben 40 deputati non hanno votato, episodio che fa infuriare Conte, alla prima prova di controllo sui gruppi.
L'ex premier riunisce i suoi proprio nel tentativo di serrare i ranghi e mette agli atti che quello che ha visto a Montecitorio "non gli è piaciuto affatto. E' vero - riconosce - che era domenica, che la nostra presenza non era fondamentale ma chi vuole bene al M5s partecipa alle votazioni ed ai processi decisori compattamente".
Tra gli assenti al voto c'era la relatrice Giulia Sarti e il capogruppo in Commissione Giustizia, Eugenio Saitta. Ma anche l'ex sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, in prima fila nei giorni della trattativa sulla riforma, il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Giuseppe Brescia, l'ex ministro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, l'ex ministro Giulia Grillo. Assenze di peso che irritano Conte che prova a difendere il risultato della sua trattativa con l'esecutivo sulla riforma. "Qualcuno dice che abbiamo accettato un compromesso al ribasso: questa è una rappresentazione assolutamente falsa", afferma l'ex premier.
Questa posizione è condivisa dall'ex guardasigilli Alfonso Bonafede, che annuncia che voterà la fiducia. Il compromesso annunciato da Conte non sarà sottoposto però al voto degli iscritti: "Questo passaggio non merita una votazione sul web: la riforma rimane la riforma Bonafede e quindi non tradiamo nessun valore e non tradiamo nessun principio. Non possiamo presentarci e svolgere l'attività politica, istituzionale e di governo se ogni volta dobbiamo passare per il voto sul web", mette in chiaro Conte
Fiducia, il voto lunedì sera Il governo ha posto la questione di fiducia su ciascuno dei due articoli della riforma della giustizia, che verrà votata lunedì con l'obiettivo di arrivare all'ok finale al provvedimento nella giornata di martedì.