UN REGOLAMENTO ANACRONISTICO

Il ministro Giorgetti prepara la rivoluzione digitale nelle radio: ma le locali puntano i piedi

Il nuovo Tusmar si appresta ad allargare i confini per tutti. La solita difesa del "piccolo orticello" apre le porte all'invasione degli OTT. Suraci (RTL 102.5): "Attenti alle trappole anti italiane"

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Tra i tanti dossier caldi sul tavolo del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ce n'è uno dedicato alla modernizzazione delle regole nel comparto digitale. Si tratta della riforma del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici Digitali (Tusmar) che prende in oggetto sia le tv ma anche il settore radiofonico. Su quest'ultimo, infatti, si sta svolgendo un pesante braccio di ferro tra il ministero e le piccole radio. Una battaglia che però rischia di far rimanere imbrigliato tutto il sistema a vecchie regole a vantaggio dei grandi operatori digitali stranieri.

Radio locali e nazionali - Il pomo della discordia è rappresentato dalla regola che differenzia le radio locali da quelle nazionali. In sostanza ad oggi si definiscono radio locale quelle che hanno un bacino d'utenza fino a 15 milioni di abitanti. L'attuale legge addirittura ha parametri differenti nella definizione di tv locale visto che il bacino d'utenza in questo caso sale fino al 50% della popolazione nazionale. Cosa prevede la riforma? La cancellazione di questa "antica" norma, interrompendo la differenziazione tra nazionale e locale. Già oggi, molte delle radio cosiddette locali coprono diverse regioni (in alcuni casi arrivano ovunque sul territorio nazionale). Se poi ci si aggiunge che quasi tutti hanno il proprio canale streaming web è palese che il bacino d'utenza è già diventato il territorio nazionale.

Perché si fa la battaglia al nuovo Tusmar - A frenare l'ammodernamento legislativo del settore radio sono alcune stazioni locali spaventate dal fatto che i network nazionali di fatto potrebbero entrare nel loro mercato pubblicitario. Ma una difesa delle attuali posizioni potrebbe alla lunga diventare un boomerang. Nel frattempo quelli che sono gli Over the Top , i superplayer mediatici che nel frattempo guadagnano posizioni e mettono in ginocchio l'imprenditoria nazionale.

 

Suraci (RTL 102.5): "Giorgetti stia attento alle trappole anti italiane" - "Tutte le imprese vitali aspirano a crescere. Chi va in direzione opposta ha solo trovato la rendita in una nicchia. È comprensibile che a non volere far crescere la Radio siano editori con interessi prevalenti in altri segmenti, temendone la forza nel raccogliere ascolti e pubblicità, non lo è che il nanismo sia l’ideale dei radiofonici. Ma c’è un aspetto che supera ogni possibile obiezione: nel mondo del digitale non è che non esistano confini di copertura, locale o nazionale, proprio non esistono confini. Non sono neanche pensabili. Se li facciamo valere, arretrando anziché avanzando tecnologicamente, otterremo un solo risultato: condanneremo tutte le aziende italiane del settore a perdere in partenza la concorrenza nel mercato aperto, preparandoci a cedere mercato verso piattaforme che già abbondantemente approfittano dell’assenza di confini".
 

"È questo che si vuole? Se così è lo capiamo, ma da cittadini italiani e da imprenditori ci opponiamo e lo condanniamo. Se così non è, meglio, ma allora vuol dire che ci si deve in fretta accorgere dell’enorme e velenoso errore che ci si appresta a commettere tornando, in digitale, a far valere limiti e confini dell’analogico e del secolo scorso".