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Patti, il pm chiede l'archiviazione per la morte di Viviana Parisi: "Si è suicidata"

Le indagini hanno permesso di accertare in modo incontrovertibile le precarie condizioni di salute mentale della dj. Per la Procura, dopo l'incidente la donna si è allontanata volontariamente con il figlio e potrebbe averlo ucciso

Viviana Parisi si è suicidata e la morte del figlio Gioele potrebbe essere legato a un gesto drammatico della donna, anche se non c'è certezza assoluta su quest'ultima ipotesi. E' la ricostruzione, osteggiata dal marito Daniele Mondello, della morte della dj e del bambino nelle campagne di Caronia, nel Messinese, del procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che ha chiesto al Gip l'archiviazione dell'inchiesta. Il fascicolo era aperto contro ignoti.

Accertate le precarie condizioni di salute mentale di Viviana "Le indagini hanno permesso di accertare in modo incontrovertibile le precarie condizioni di salute mentale di Viviana Parisi", si legge nella nota della Procura sulla conclusione dell'inchiesta. "Le precarie condizioni di salute della donna - sottolinea il procuratore Angelo Cavalllo - peraltro, sono state confermate dalle risultanze dell"autopsia psicologica' operata dal professore Picozzi, il quale ha stabilito come costei soffrisse di 'una patologia di importante valenza psicotica', patologia dalla quale non si era mai ripresa completamente".

Soffriva di un disagio preesistente da almeno due anni In altre parole, la donna soffriva di un "disagio preesistente da almeno due anni", con aspetti clinici tali da spingere a ipotizzare un accertamento sanitario obbligatorio per fronte alla situazione, caratterizzati dalla "presenza di spunti psicotici, con tematiche mistiche, persecutorie e di rovina (riferimenti al demonio, interpretatività delirante - il diavolo nel serpente del bastone di Asclepio)".

Si è allontanata volontariamente con il figlio dopo l'incidente Le indagini, osserva il pm, "hanno dimostrato come Viviana, subito dopo l'incidente in galleria, una volta uscita dall'autovettura e recuperato Gioele, si sia volontariamente allontanata insieme al suo bambino dall'autostrada, nascondendosi tra la fitta vegetazione esistente sul bordo autostrada, non rispondendo ai richiami delle persone che pure la stavano cercando".

L'incidente ha rappresentato per lei uno stress acuto "Il consulente psichiatrico - aggiunge il pm - in particolare, ha analizzato quanto successo la mattina del 3 agosto 2020: Viviana, quel giorno si allontanava dalla propria abitazione senza lasciare segni di un progetto autolesivo", ma, in ogni caso, l'incidente stradale ha rappresentato per costei uno stress acuto che ha valicato ogni capacità di elaborazione e risoluzione".

Tale situazione è stata causata da "un'interpretazione persecutoria dell'evento", come se il sinistro fosse stato "causato intenzionalmente, per nuocerle, da inesistenti aggressori", oppure, in alternativa, dall' "innescarsi del timore inaccettabile che il marito ne approfittasse per toglierle la potestà genitoriale, allontanandola per sempre dal suo bambino".

La morte di Gioele e Viviana, le foto dell'incidente: "Non è stato un impatto lieve"

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"L' urto tra i mezzi è stato importante. Ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente diventa indispensabile per capire alcune condotte successive al fatto". Lo scrive Nicodemo Gentile, uno dei legali di Luigino Parisi, padre di Viviana. Il giallo di Caronia adesso è focalizzato sull'incidente d'auto che ha visto coinvolta la donna col figlio Gioele. Nelle foto pubblicate dall'avvocato Gentile su Facebook si vedono i danni dei due mezzi. Non un impatto fronte-retro ma laterale. "Il furgone potrebbe aver invaso la corsia nella quale stava transitando Viviana", dicono i legali della famiglia della giovane dj e del bambino. "Non escludiamo che Gioele possa essere morto nell'incidente ma gli operai del furgone sono da considerarsi testimoni inattendibili".

Gioiele in vita non è stato aggredito da animali Gli accertamenti sui reperti biologici di origine animale e di tipo veterinario-forense hanno permesso di rilevare, in primo luogo, come Gioele non abbia subito, mentre era ancora in vita, alcuna aggressione da parte di animale. Esclusa anche la presenza sui resti del bambino di lesioni o comunque segni riconducibili all'azione violenta di soggetti terzi.

E' stato invece accertato come la specie animale "Vulpes vulpes" abbia svolto un ruolo di necrofago, abbia cioè consumato il corpo di Gioele, ma soltanto dopo la sua morte. Le consulenze sulla dinamica del sinistro e medico-legale hanno escluso che la morte del bambino possa essere riconducibile alle conseguenze del sinistro stradale subito mentre era in auto con la madre.

Escluso anche che Gioele possa essere deceduto in conseguenza di lesività traumatiche ossee, per l'assunzione di veleni o di altre sostanze tossiche o per asfissia da annegamento in acqua stagnante.

Il caso della morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele

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