Vittorio Sgarbi è stato nominato "commissario generale alle Belle arti e ai musei" a Codogno (Lodi). La sua nomina è stata comunicata ufficialmente nel Consiglio Comunale e ha subito provocato la protesta del Pd. "Una notizia davvero triste - spiega Giovanni Barbaglio, capogruppo del Pd in Aula. - Nessuno contesta la competenza di Sgarbi ma qui il discorso è sui simboli: Codogno è, purtroppo, diventato il simbolo della pandemia, lui è il simbolo di chi ha negato, ci invitava a uscire di casa, diceva che il virus non avrebbe fatto danni. Tutto questo, noi, non lo possiamo dimenticare".
La nomina - Il sindaco leghista di Codogno Francesco Passerini ha reso noto che l'incarico fiduciario, che può essere estinto in qualsiasi momento, si svolgerà a titolo gratuito nell'interesse della comunità e che Sgarbi promuoverà oltre i confini provinciali e regionali le ricchezze artistiche codognesi. "Ho colto questa proposta, questa opportunità, - ha dichiarato Passerini. - Per me vale in quanto professionista del settore, non l'ho scelto come assessore".
La reazione dell'opposizione - "Qui il discorso è sui simboli - ha ribadito Giovanni Barbaglio, capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Codogno. - Codogno è, purtroppo, diventato il simbolo della pandemia, delle morti, della paura dell'ignoto, della battaglia contro il virus. Abbiamo avuto centinaia di morti ma non avevamo più posto dove mettere le bare: erano accumulate in una chiesa. Sgarbi, per noi, è il simbolo di chi ha negato, ci invitava a uscire di casa, diceva che il virus non avrebbe fatto danni. Tutto questo, noi, non lo possiamo dimenticare. Codogno, simbolo della lotta al Covid, così collabora con chi il Covid l'ha minimizzato, con chi la mascherina non la voleva. Non è giusto e non possiamo accettarlo".