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Ravenna, si invaghisce del parroco e lo perseguita: arrestata 47enne 

Per la donna sono scattati i domiciliari dopo l'ennesimo episodio di stalking nei confronti del don

-afp

Una 47enne di origine croata da tempo residente a Lugo (Ravenna) è stata arrestata lunedì sera dai carabinieri dopo l'ennesimo episodio di stalking nei confronti del prete della parrocchia di San Gabriele Arcangelo. Come riportato dalla stampa locale, dopo la messa il don si era fatto scortare a casa da alcuni fedeli. Verso le 19, però, la donna ha suonato al suo campanello ed è stata fermata dai militari dell'Arma. Per lei sono scattati i domiciliari.

"Lo amo tantissimo, con tutto il cuore", ha ammesso la 47enne operatrice sanitaria davanti al giudice Andrea Chibelli del Tribunale di Ravenna che ne ha convalidato l'arresto imponendole il divieto di avvicinarsi al don, all'abitazione di lui e alla chiesa a meno di 500 metri e vietandole di comunicare con il sacerdote con qualsiasi mezzo, sia telematico che cartaceo.

A luglio la prima denuncia La vicenda ha avuto inizio nel 2018 quando il sacerdote svolgeva la sua funzione in un'altra parrocchia della zona. Come dimostrano i tantissimi messaggi, il don aveva sempre respinto tutte le avances. "Ho cercato di sopportare fino all'ultimo - ha detto al Resto del Carlino -. Le ho sempre dato buoni consigli: non sono contento per l'esito della vicenda, ma lo sono per il fatto che, da questo momento, lei possa finalmente prendersi cura di se stessa". La prima denuncia risale al 10 luglio.


Ripetuti episodi di stalking Col passare del tempo la donna ha sviluppato un'ossessione personale nei confronti del parroco tra pedinamenti, messaggi, telefonate, raccolta di informazioni, lettere, persistenti apparizioni alle messe con frasi sussurrate al prete durante la funzione e persino un appartamento preso in affitto al piano superiore dell'abitazione del don.

Più di recente era riuscita a intercettarlo in un ritiro spirituale dai frati di Chiusi della Verna (Arezzo) del quale lui aveva parlato con pochissimi. Il vescovo aveva provato invano a parlare con la fedele. E il don, come estremo passo per indurla a cambiare atteggiamento, ultimamente le negava la comunione. Per la donna il processo è stato fissato per fine settembre.

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