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Faenza, omicidio Ilenia Fabbri: la figlia Arianna non difende più il padre Claudio Nanni

La 21enne ha deciso di costituirsi parte civile contro il papà, accusato di essere il mandante dell'omicidio dell'ex moglie. L'avvocato della giovane: "Sta rivalutando la vicenda in modo critico"

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Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Ravenna: la macchina del presunto assassino che passa nei pressi dell'abitazione della vittima e lui che si aggira nel quartiere della donna il giorno dell'omicidio
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Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Ravenna: la macchina del presunto assassino che passa nei pressi dell'abitazione della vittima e lui che si aggira nel quartiere della donna il giorno dell'omicidio
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Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Ravenna: la macchina del presunto assassino che passa nei pressi dell'abitazione della vittima e lui che si aggira nel quartiere della donna il giorno dell'omicidio
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Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Ravenna: la macchina del presunto assassino che passa nei pressi dell'abitazione della vittima e lui che si aggira nel quartiere della donna il giorno dell'omicidio
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Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Ravenna: la macchina del presunto assassino che passa nei pressi dell'abitazione della vittima e lui che si aggira nel quartiere della donna il giorno dell'omicidio
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Arianna, la figlia 21enne di Claudio Nanni, accusato di essere il mandante dell'omicidio di Faenza dell'ex moglie Ilenia Fabbri, "sta rivalutando la vicenda in modo critico, come non aveva mai fatto prima". Lo rende noto l'avvocato della ragazza, Veronica Valeriani. Arianna, che aveva sempre difeso il padre anche dopo l'arresto, a 5 mesi di distanza ha maturato un cambio di approccio e ha deciso di costituirsi parte civile contro il papà nel futuro processo. 

"Il babbo non può aver fatto uccidere la mamma, non l'avrebbe mai fatto, anche lui si è visto crollare il mondo addosso", aveva ribadito Arianna anche dopo l'arresto di Pierluigi Barbieri che aveva confessato il delitto facendo il nome di Claudio Nenni come mandante. Il 6 febbraio Barbieri eseguì: entrò all'alba in casa di Ilenia Fabbri, a Faenza, la picchiò e la sgozzò. "Doveva solo spaventarla, non ucciderla", disse Nanni ai magistrati. Ammise in ogni caso che lui avrebbe voluto risolvere così la contesa economica e giudiziaria con la sua ex. Anche in quel caso Arianna gli volle credere.

Il cambio di approccio Come riportato da Il Corriere della Sera, però, proprio mentre la procura di Ravenna chiude l'indagine e chiede il giudizio immediato per i due indagati, "la figlia sta rivalutando la vicenda in modo critico" e ha deciso di costituirsi parte civile anche contro il padre nel futuro processo. Il cambio di approccio "è maturato dopo un lungo e sofferto percorso nel quale la ragazza è stata seguita da un terapeuta che l'ha portata alle attuali scelte", precisa il legale. Arianna ha invano e più volte chiesto al pm di incontrare il padre in carcere, istanze sempre negate "perché lei è testimone e parte offesa, ci ha sempre risposto il magistrato".

Nuovi elementi a carico di Nenni "'E' stata molto combattuta - racconta ancora l'avvocato -. Da una parte aveva bisogno di credere all'innocenza del padre, dall'altra è cresciuta in lei la razionale consapevolezza che dà una lettura diversa degli avvenimenti". Anche perché intanto la procura di Ravenna ha trovato nuovi elementi a carico di Nanni. La confessione di Barbieri, con un passato da picchiatore e vari precedenti, è stata infatti interamente riscontrata.

Arianna usata come "alibi" Prima del delitto ci sarebbero stati altri due tentativi di uccidere Ilenia. A raccontarlo è ancora una volta Barbieri: "Dovevo ucciderla, sfigurarla con l'acido, metterla in un trolley e seppellirla. Nanni aveva già scavato la fossa, vi dico dov’è...». La Squadra mobile ha trovato il badile, il trolley e la fossa. Il presunto mandante si era costituito alibi dirigendosi fuori città. La prima volta per una vacanza di 5-6 giorni, la seconda a Roma, a prendere un'automobile insieme ad Arianna, esattamente come fece il 6 febbraio, giorno dell'omicidio di Faenza. I primi due tentativi fallirono per poco: in un caso perché Barbieri non si ritrovò nella spiegazione di Nanni, dopo essere entrato in casa. Nell'altro perché il meccanico fece ritardo e lui si infastidì e se ne andò.

L'amica testimone In questo momento Arianna ha accanto l’amica del cuore, che è stata anche testimone del delitto. E' soprattutto grazie a lei se si è scoperta la verità. Quella mattina Nanni era passato a prendere la figlia pensando che in casa fosse rimasta solo Ilenia, ma con lei c'era anche l'amica. Quando Barbieri è entrato, lei ha sentito il trambusto e, terrorizzata, si è chiusa in camera e ha dato l'allarme.  

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