Il racconto di un cittadino marocchino

Voghera, confermati i domiciliari per l'assessore leghista | Un testimone: "Ha preso la mira e sparato"

Il gip di di Pavia parla di "pericolosità dell'indagato".  Adriatici portato in una località segreta. Il racconto di un testimone oculare

Il gip di Pavia ha convalidato l'arresto di Massimo Adriatici, confermando i domiciliari. L'assessore leghista alla Sicurezza di Voghera è accusato di eccesso colposo di legittima difesa per l'uccisione di Youns El Boussetaoui.  Secondo il magistrato "lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola in un momento in cui era ancora lucido e consapevole". Un testimone:  "L'italiano non ha sparato per sbaglio. Ha preso la pistola, l'ha puntata verso Youns e subito ha esploso il colpo che lo ha ucciso".  

A riportare la testimonianza, il quotidiano La Repubblica. Secondo il testimone, l'assessore alla Sicurezza "ha sparato mentre Youns era fermo".

Adriatici in una località segreta -  Adriatici non si trova più nella sua abitazione, dove è ai domiciliari. La decisione di portarlo in un luogo segreto, a quanto si è saputo, è avvenuta su richiesta della difesa in quanto su alcuni social sono apparse immagine dell'abitazione dell'uomo. Secondo l'avvocato Gabriele Pipicelli, l'assessore è stato portato in una località segreta "per il serio e fondato pericolo per la propria incolumità". I legali hanno chiesto il trasferimento del loro assistito perché preoccupati dal clima di tensione che si sarebbe creato in città. 

L'ordinanza del gip - Nell'ordinanza con  cui ha confermato i domiciliari per l'assessore, il gip di Pavia ha scritto di "pericolosità dell'indagato" intesa come attitudine a "porre in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazione di criticità". "Ciò che si vuole evidenziare è che lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni", ha scritto il gip nell'ordinanza.  

Il racconto del testimone -"Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns lo ha spinto e l'italiano è caduto in terra sulla schiena - racconta il cittadino marocchino - A quel punto, mentre era sdraiato, ha estratto la pistola dal fianco e gli ha sparato un colpo a sangue freddo. Dopo essere stato colpito, Youns è corso via con la mano sulla pancia e poi è caduto a terra".

Il testimone è stato rintracciato dai legali della famiglia di El Boussettaoui che hanno raccolto i ricordi di quella notte in una testimonianza formalizzata con le firme del ragazzo e di un interprete e depositata venerdì in procura. Il testimone sostiene che si trovava "a sei, sette metri dalla scena".

La sindaca di Voghera: "Una tragedia strumentalizzata dai media - Dopo alcuni giorni di "rispettoso silenzio", è arrivato anche il commento da parte del primo cittadino di Voghera Paola Garlaschelli. In un post sul suo profilo Facebook, la sindaca protegge la città, "ferita come lo siamo tutti noi", e rivendica il compito "di difenderla e di descrivere la realtà che è ben diversa da quella che sta emergendo". 

Una cittadina "moderata e accogliente in cui un pilastro portante del vivere sociale è costituito da associazioni di volontariato e una fitta rete di servizi sociali", che sta affrontando giorni difficili a seguito di "una tragedia che ha investito la nostra e della strumentalizzazione mediatica dei fatti". Riferendosi all'assessore Adriatici, Garlaschelli parla di una "persona stimata e rispettata", ricordando come "non sia compito nostro giudicarne le colpe o le responsabilità".