In una risoluzione approvata durante la sessione plenaria di luglio, gli eurodeputati hanno presentato alla Commissione europea una rapida indagine sulle potenziali violazioni dello Stato di diritto, sostenendo che la situazione attuale in alcuni Stati membri sia già tale da giustificare un'azione immediata. La risoluzione tiene conto delle linee guida della Commissione sull'implementazione del diritto dell'Ue, secondo cui l'erogazione dei fondi agli Stati membri sia vincolata al rispetto dello Stato di diritto da parte di questi ultimi.
Il contesto - La legislazione approvata alla fine del 2020 ha condizionato l’accesso al bilancio comunitario al rispetto dello Stato di diritto. Se infatti la Commissione stabilisce che un Paese ha violato lo Stato di diritto tanto da minacciare gli interessi finanziari dell’Ue, allora può proporre la sospensione o il congelamento dei pagamenti dei fondi comunitari per tale governo. A quel punto spetta al Consiglio di prendere una decisione sulle misure proposte, con un voto a maggioranza qualificata. Le norme mirano a tutelare gli interessi dei beneficiari dei fondi (agricoltori, studenti, piccole imprese o ONG) che non dovrebbero essere puniti a causa delle azioni dei loro governi.
Il Parlamento Ue insiste… - … sull'attuazione del meccanismo per porre fine alle violazioni dello Stato di diritto verificatesi negli ultimi anni in alcuni Paesi europei. Nel frattempo Ungheria e Polonia hanno presentato ricorso alla Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) contro il nuovo meccanismo e hanno chiesto l'annullamento del regolamento.
La risoluzione - Nella risoluzione approvata durante la plenaria di luglio 2021, gli eurodeputati hanno sollecitato la Commissione Europea a "dimostrarsi all’altezza della difesa del bilancio europeo nei confronti degli Stati membri che violino lo Stato di diritto". Nella stessa occasione hanno invitato la Commissione Ue a svolgere una rapida indagine sulle potenziali violazioni dello Stato di diritto, sostenendo che la situazione attuale in alcuni Stati membri sia già tale da giustificare un'azione immediata.
Il caso Ungheria - I deputati hanno inoltre chiesto che la Commissione riferisca al più presto in Parlamento sui primi casi oggetto di indagine. In caso di mancata azione, il Parlamento sarebbe pronto a presentare ricorso presso la Corte di giustizia europea. Nel testo della risoluzione dell'8 luglio, il Parlamento ha condannato poi la legge ungherese che, "con il pretesto di combattere la pedofilia, vieta la presenza di contenuti LGBTIQ nei materiali didattici scolastici o negli spettacoli televisivi per bambini".
La dichiarazione degli europarlamentari – “La legge in questione non è un caso isolato, ma costituisce piuttosto un ulteriore esempio intenzionale e premeditato del graduale smantellamento dei diritti fondamentali in Ungheria, della discriminazione sostenuta dallo Stato nei confronti delle minoranze e del conseguente impatto diretto sui progetti in cui gli Stati membri decidono di investire i fondi dell'Ue. Tutto ciò incide pertanto direttamente sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione”, hanno sottolineato i deputati. Il Parlamento ha invitato così la Commissione ad avviare immediatamente la procedura per sospendere o tagliare i pagamenti del bilancio dell'Ue all'Ungheria.