Centinaia di scaffali "coltivati", lampade a led al posto del sole e contadini robot. L'agricoltura del futuro � gi� una realt� in Giappone. La Mirai Group ha realizzato il pi� grande orto al coperto del mondo, capace di produrre 10mila crespi di lattuga al giorno: cento volte la quantit� ricavabile da un campo all'aperto tradizionale. E il tutto utilizzando il 99% di acqua in meno e riducendo lo spreco di cibo dell'80%.
La fattoria a prova di contaminazione - La serra della Mirai Group � stata ricavata all'interno di un ex stabilimento industriale di 2.500 metri quadri di superficie. L'operazione � nata dal timore diffuso della contaminazione nucleare del suolo all'indomani dell'incidente di Fukushima, la cui prefettura confina con quella di Myagi, sede dell'azienda. Al momento la produzione agricola � limitata alla sola lattuga, ma gli ideatori prevedono di poter presto sfruttare lo stesso sistema anche per altri colture. Con un conseguente calo del prezzo dell'ortofrutta e un risparmio potenziale di terra destinata alla coltivazione. Alcuni progetti di "serra hi-tech" sono stati messi in piedi in altre localit� della Cina, in Russia e in Mongolia.
Neanche una goccia d'acqua sprecata - In un campo agricolo tradizionale l'acqua filtra nel suolo e si disperde. Nel capannone della Mirai Group, invece, l'acqua che evapora dalle colture viene continuamente riutilizzata per nutrire le piante attraverso un sistema che emula il naturale ciclo della pioggia. Il tutto senza alcuno spreco.
Il "sole" hi-tech dei led - Le piante sono organizzate su 18 griglie alte fino a 15 livelli illuminati da 17.500 luci led con una lunghezza d'onda che favorisce la fotosintesi e la crescita. Grazie a un sistema che simula il ciclo giorno-notte, queste colture crescono circa 2 volte e mezzo pi� velocemente rispetto a quelle di un campo all'aperto. Il tutto con un considerevole risparmio, perch� i led consumano il 40% in meno rispetto alle lampadine a fluorescenza e durano molto di pi�.
Robot contadini - All'interno della fabbrica i braccianti hanno i circuiti. Il 50% del lavoro agricolo, infatti, � affidato a una serie di robot. Il personale in carne e ossa, invece, deve utilizzare tute e maschere per evitare la contaminazione e mantenere l'ambiente sterile.