Era arrivato nelle nostre case con un gesto della mano dicendo "Na-no na-no". Poi è stato "O capitano, mio capitano", la sedicente tata, il medico della risata curativa. Il 21 luglio Robin Williams avrebbe compiuto 70 anni. Istrione e Peter Pan del cinema mondiale, scomparso nel 2014, ha un posto d’onore nell'Olimpo di Hollywood e la sua stella non potrà mai essere dimenticata, grazie ai personaggi da lui interpretati, al suo sorriso e al talento dimostrato negli anni.
Williams era considerato il pagliaccio ribelle di Hollywood. Una sorta di Gianburrasca del cinema americano. Ma in fondo era un uomo fragile. L'11 agosto 2014 il mondo intero fu sconvolta dalla notizia della sua morte. Il popolare attore, a 63 anni, si era tolto la vita impiccandosi con una cintura nella sua casa californiana di Tiburon. Poco prima del gesto, gli era stata diagnosticata una grave malattia neurodegenerativa.
Vero proprio talento comico, con 40 anni di carriera alle spalle, ha saputo commuovere, far ridere ed emozionare dando vita ad una molteplicità di personaggi indimenticabili del grande schermo, spesso diversissimi tra loro eppure ogni volta incredibilmente efficaci, grazie al grande trasformismo da sempre la sua cifra stilistica.
Nato a Chicago nel 1951, da una ex modella e da un dirigente della Ford, Robin Williams era cresciuto in Michigan a Bloomfield Hills, sobborgo di Detroit. Ha frequentato la prestigiosa Juillard School di New York prima di affermarsi come comico e conquistare la tv con la popolare serie "Mork & Mindy", in cui interpretava un alieno umanoide.
Da lì inizia la sua ascesa al cinema, con quattro nomination all'Oscar e una statuetta vinta per migliore attore non protagonista nel 1998 con "Will Hunting", film con la sceneggiatura degli allora sconosciuti Matt Damon e Ben Affleck. Il suo Sean Maguire, lo psicologo del ragazzo difficile Will, è un mentore umano, una guida verso la vita.
Tanti i film di successo e i suoi ruoli cult, dal vulcanico e trascinante speaker radiofonico Adrian Cronauer (che gli valse il primo Golden Globe) di stanza a Saigon durante il conflitto, incaricato di risollevare il morale delle truppe in "Good morning, Vietnam" (1987), al professore di letteratura fuori dagli schemi John Keating, restio ad adattarsi ai programmi scolastici tradizionali de "L’attimo fuggente" (1989). Come dimenticare l'eterno ragazzino Peter Pan che segna il contrasto tra il grigiore dell'età adulta e la gioiosità dell'essere bambini nel film di Spielberg, "Hook - Capitan Uncino" (1991)? Una passione ludica che lo porta anni dopo nei panni di Alan Parrish a giocare al pericoloso e inquietante gioco da tavolo "Jumanji" (ma anche a chiamare sua figlia Zelda, come un famoso videogioco)
Tra i personaggi più famosi e amati interpretati nella sua carriera, c'è sicuramente Mrs. Doubtfire, nel film omonimo del 1993, nel doppio ruolo di padre affettuoso e sedicente tata fuori dagli schemi: grazie a questo vincerà anche un Golden Globe come miglior attore in una commedia. Poi interpreta il medico e attivista statunitense Hunter Doherty "Patch" Adams nel film semi-biografico a lui dedicato. Il suo clown col camice dall'animo anticonformista non è solo il protagonista di un biopic, ma racconta anche un'esperienza di supporto umano che Williams ha realmente vissuto stando vicino al grande amico Christopher Reeve.
Da segnalare anche la svolta attoriale verso il thriller grazie a personaggi disturbati e disturbanti tra "Insomnia" di Christopher Nolan e soprattutto il Sy Parrish vitreo, glaciale e svuotato dalla solitudine di "One Hour Photo". Ricca la carriera da doppiatore. Da circoletto rosso il suo "contributo" nel classico Disney del 1992 "Alladin" che hanno portato al successo la pellicola: gli incredibili 52 personaggi improvvisati per il Genio della lampada. Un'altra prova a testimonianza della straripante vena artistica di un attore indimenticabile.