E' possibile produrre energia "pulita" ricavandola dagli scarti delle olive. I ricercatori del Royal Institute of Technology hanno messo a punto un sistema che converte i rifiuti organici derivanti dalla produzione di olio d'oliva in energia termica ed elettrica. Un prototipo � gi� operativo in un oleificio di Granada, in Spagna, e produce fino a un chilowatt di potenza. Il tutto con una riduzione dell'impatto ambientale e dei costi di produzione.
Per una filiera pi� "green" - La tecnica realizzata dai ricercatori svedesi consente di produrre energia rinnovabile senza mettere a rischio la produzione agroalimentare, riducendo l'impatto ambientale della filiera dell'olio d'oliva. Grazie a questo processo, infatti, le sostanze tossiche contenute negli scarti industriali diventano innocue e possono essere smaltite senza alcun rischio nelle comuni discariche. Senza dimenticare che nelle olive ci sono anche tracce di pesticidi che vengono dispersi nell'ambiente se si ricorre allo smaltimento tradizionale.
Un meccanismo in tre fasi - La conversione dei rifiuti organici in energia avviene in tre passaggi. Innanzitutto gli scarti dell'olio vengono immagazzinati in un biodigestore che li degrada, portando al rilascio di un biogas composto da metano, anidride carbonica e composti dello zolfo. Successivamente questo biogas viene "convertito" in anidride carbonica e idrogeno che va ad alimentare le celle a combustibile, e nella terza fase viene introdotto in una cella assieme all'ossigeno. Quest'ultimo, mescolandosi con l'idrogeno e la CO2, genera calore ed elettricit�.
Gli sviluppatori stanno progettando di ampliare la potenza del prototipo installato in Spagna da 1 a 200 chilowatt. Lo scopo � riuscire a soddisfare il 50% del fabbisogno energetico dello stabilimento solo con gli scarti del processo di trasformazione delle olive in olio.