Chi non cosce Siena? Piazza del Campo, la frenesia eccitante del Palio, le bandiere variopinte con cui le contrade impennacchiano le loro strade, e ancora la bellezza ascetica e purissima della facciata del Duomo, le colline incantevoli che circondano la città. Siena è un luogo nel quale il viaggiatore può tornare mille volte e scoprire sempre qualcosa di nuovo, di bello e di curioso, capace di sorprenderlo. In questo momento, in cui spostarsi richiede ancora un po’ di intraprendenza, la città è meno affollata e quindi ancora più magica, più attraente, più seducente. Anche i luoghi e i monumenti celebri, di solito presi d’assalto dalla folla, sono più godibili e possono essere riscoperti calma, fino ad innamorarsene.
PIAZZA DEL CAMPO – È il cuore pulsante della città ed è impossibile non partire da lì. La sua iconica forma a conchiglia, con le linee nella pavimentazione che fanno convergere prospetticamente lo sguardo su Palazzo Pubblico e sulla Torre del Mangia, contrassegna la piazza come il centro al quale tutto converge. Le linee tracciate nella pavimentazione centrale a mattoni rossi dividono la piazza in nove spicchi, che richiamano simbolicamente il numero dei membri del Governo dei Nove, che dalla metà del Duecento alla metà del Trecento ha retto la città. La parte in lastricato che circonda ad anello la piazza segna lo spazio che, in occasione del Palio, diventa sede della corsa. Non tutti sanno che Piazza del Campo è esempio di uno dei primi regolamenti di edilizia urbana della storia: la tradizione riferisce che nel 1310, quando si svolse l’inaugurazione di Palazzo Pubblico, il Governo dei Nove impose che fosse applicato a tutti gli edifici affacciati alla piazza una normativa precedente (emanata nel 1297) secondo cui era vietato costruire balconi, mentre le finestre dovevano essere a bifora o a trifora. L’unico elemento architettonico presente nella piazza è la Fonte Gaia, dalla quale i senesi si approvvigionavano di acqua, ornata nel Quattrocento dalle mirabili sculture in marmo di Jacopo della Quercia,oggi sostituite da copie, mentre gli originali sono custoditi nel vicino Museo di Santa Maria della Scala, per garantirne la conservazione. Piazza del Campo è un luogo di tutti: a differenza dei rioni e dei quartieri che la circondano infatti, non appartiene a nessuna delle contrade cittadine, come una sorta di luogo neutro deputato alla corsa del Palio, la fremente “carriera” equestre che infiamma l’anima dei senesi tutti i giorni dell’anno e non solo in occasione delle due gare (il 2 luglio e il 16 agosto, purtroppo cancellate anche nel 2021, causa Covid).
PANORAMI MOZZAFIATO - Chi non teme le arrampicate impervie, può aggredire gli oltre 400 gradini che portano alla sommità della Torre del Mangia e sarà ricompensato da una vista straordinaria sulla città e sui suoi dintorni. Meno impervia, ma comunque di un certo impegno, è la salita al cosiddetto “Facciatone”, edificato nel Trecento come ampliamento del Duomo cittadino; il progetto fu poi abbandonato al sopraggiungere dell'epidemia di peste. Oggi è un camminamento dal quale si gode una vista spettacolare sul Duomo, su Piazza del Campo e sulle colline circostanti. Splendida è anche la vista sulla città che si gode dalla Basilica di San Domenico, a poca distanza dal centro.
IL DUOMO VISTO A UN PASSO DAL CIELO – Non ci sono parole per descrivere la bellezza di questa cattedrale: occorre visitarla con calma, in silenzio, fermandosi a contemplare la meraviglia di ogni dettaglio. Al primo impatto si resta colpiti dalle sue dimensioni grandiose, dal contrasto cromatico dei marmi bianchi e scuri, uno stile che ricorre nell’architettura toscana del Duecento e del Trecento, nella quale gli studiosi vedono un’influenza orientale. Ma, oltre agli strabilianti mosaici che ornano i pavimenti, alle incantevoli vetrate, alla meraviglia della Libreria Piccolomini e della Maestà di Duccio di Boninsegna, un’esperienza da non perdere è percorrere l’itinerario “Porta del cielo”: ci si arrampica fino alla sommità della Cattedrale, si attraversa un corridoio apprezzando le travi di legno che reggono la volta e ci si affaccia allo spazio sottostante dalle finestre che ornano la base della cupola, ammirandone dall’alto la maestosità colta nel suo insieme. Ancora più emozionante è l’attraversamento aereo del transetto, lungo il quale si è interamente avvolti dalla maestosa religiosità dell’ambiente. L’intero percorso si svolge nella massima sicurezza, ma ha passaggi stretti e visuali aeree: chi soffre di vertigini o di claustrofobia può avere qualche disagio. La meraviglia di quel che si vede vale comunque un po’ di impegno.
IL COMPLESSO MUSEALE DI SANTA MARIA DELLA SCALA – È il luogo in cui anticamente venivano ospitati i pellegrini diretti a Roma o in Terra Santa, e nel quale si curavano i malati, tanto che, fino agli anni Cinquanta, era sede dell’ospedale cittadino. Oggi sono da ammirare i grandi spazi meravigliosamente affrescati, chiamati appunto “Pellegrinai” e, nei piani inferiori, le incantevoli sculture di Jacopo della Quercia, appartenenti alla Fonte Gaia e una splendida Via Coperta.
LE CONTRADE – Ma il modo migliore di apprezzare Siena è passeggiare per le strade del centro, nelle quali è bello vagabondare senza fretta perché, ovunque si posi lo sguardo, si vedono solo cose belle: l’Accademia Chigiana, palazzo Salimbeni, palazzo Piccolomini, ma anche semplicemente le case che contornano le strade grandi e piccole che salgono e scendono, offrendo scorci dai quali è difficile staccare lo sguardo. Vagando per le strade si incontrano botteghe storiche, insegne e incisioni sulle pietre dalle quali il viaggiatore comprende di trovarsi sugli antichi tracciati di pellegrinaggio e di devozione, come il tratto urbano della Via Francigena; allo stesso modo si comprende che stiamo passando da una contrada all’altra. Ogni giorno dell’anno, o quasi, ci sono ragioni per cui una delle 17 contrade cittadine festeggia un evento, esponendo le proprie bandiere: può trattarsi della festa del Santo protettore, oppure della nascita di un bambino, in onore del quale viene esposta una bandiera ornata da un fiocco rosa o azzurro. Se abbiamo un amico senese e questi è fervente contradaiolo, potremmo avere la fortuna di essere invitati a visitare la sede della contrada, con il museo nel quale vengono esposti gli stendardi vinti nelle diverse edizioni del Palio, le monture, ossia le giubbe e i costumi indossati in occasione delle sfilate, le bandiere e altri cimeli. E se il viaggiatore vuole sentirsi senese, almeno per un giorno, sappia che la sua contrada di appartenenza sarà quella in cui si trova il suo albergo o il luogo in cui avrà dormito al suo arrivo in città.