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I giusti e i peccatori: un giallo psicologico

L'indagine di un'investigatrice molto particolare attraverso la linea sottilissima che separa il bene dal male

Ufficio stampa

Esiste una linea di confine che separa i giusti dai peccatori? Attorno a questa domanda si sviluppa il primo romanzo di Luigi A. Galluzzo. Il ritrovamento di un cadavere sulla spiaggia di Friddi Marina, frazione balneare di Sicari, avvia l'indagine di Elena Martire, commissario di polizia per caso e per necessità.

La vittima è un tranquillo impiegato senza passato e senza storia, un omicidio all'apparenza inspiegabile dunque. Ma a breve distanza di tempo, un secondo delitto, cui segue il rinvenimento di alcuni ordigni all'interno delle scuole locali fanno piombare quella che era una tranquilla cittadina in una cupa inquietudine.

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Crimini misteriosi all'interno di una anonima comunità sospesa tra terra e mare, in un contesto segnato dalla bellezza delle coste, ma sempre minacciate dall'abusivismo edilizio. In questo scenario Elena Martire, armata del proprio scetticismo e di una tendenza alla premonizione che per lei più che un vantaggio rappresenta una dannazione, dovrà districarsi tra vite segnate dal dolore e scenari privi di punti di riferimento. Una doppia indagine alla ricerca di un senso e della verità, segnata dal dolore e dalla delusione.

Una doppia indagine che la costringerà a confrontarsi duramente con se stessa, con il senso della vita ed i limiti della giustizia umana. Come ha acutamente notato Paolo Liguori, Elena Martire, la protagonista del libro, si rivela una novella Cassandra, svela il segreto legame con la grecità che riemerge da lontano, legame atavico e sempre presente, il legame tra il nostro passato ed il duro presente.

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