A minacciare la Barcaccia e i monumenti romani non sono soltanto gli ultr� stranieri. Inquinamento, dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici, infatti, costituiscono un grave pericolo per oltre 42mila beni culturali sparsi in tutta Italia. Solo a Roma sono 3.660 i monumenti soggetti a degrado per "perdita di superficie", erosione o "sporcamento", tra cui Piazza Navona e Pantheon. A rivelarlo � un'indagine congiunta di Ispra e Iscr.
Roma flagellata - Nella capitale il livello di smog mette in serio pericolo aree di pregio come piazza Navona, piazza del Popolo e il Pantheon. A scattare la fotografia del rischio per il patrimonio architettonico e monumentale italiano sono l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e l'Iscr (Istituto superiore per la conservazione ed il restauro), che hanno illustrato i loro 15 anni di collaborazione, in cui hanno messo in comune conoscenze e dati al fine di programmare le attivit� di manutenzione di un bene e l'eventuale restauro.
L'esame dei beni culturali esposti a inquinamento a Roma (dove 3.600 sono di composizione calcarea e 60 bronzea) ha riscontrato una perdita di superficie che, "nonostante la potenziale aggressivit� territoriale di Roma sia risultata relativamente bassa", � risultata essere compresa tra 5,2 e 5,9 micron l'anno per il marmo e 0,30 e 0,35 micron l'anno per il bronzo. Da un test su campioni in 7 siti presso stazioni di monitoraggio della qualit� dell'aria, poi, � emerso che i provini di marmo mostrano un leggero "sporcamento" nel tempo, che per il vetro ed il rame ha mostrato un significativo aumento nel tempo su tutti i siti.
Patrimonio storico-artistico a rischio - In Italia, secondo il censimento condotto dai due istituti, 14mila beni culturali sono esposti a rischio frane e 28.483 ad alluvioni. Per quanto riguarda le aree soggette ad alluvioni, se a Roma sono a rischio (con tempo di ritorno fino a 500 anni) aree come piazza Navona e il Pantheon, nel comune di Firenze tra i 1.145 beni immobili a rischio alluvione (tempo di ritorno fino a 200 anni) ci sono la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Quanto alle frane, numerosi sono i borghi storici interessati da fenomeni di dissesto, quali Volterra (Pisa), Civita di Bagnoregio (Viterbo) e Certaldo (Firenze). Il degrado dei materiali esposti all'aperto ha subito un'accelerazione anche per lo smog negli ultimi anni.
Come frenare il degrado? - Una "spolverata" ogni anno, al massimo due, possono proteggere i monumenti dal deterioramento, da quella sorta di sbriciolamento provocato dagli agenti atmosferici. Una soluzione preventiva semplice e neanche particolarmente costosa, spiega Patrizia Bonanni dell'Ispra, responsabile del Protocollo d'intesa con l'Istituto superiore per la conservazione e il restauro e specializzata sugli inquinanti sui monumenti. Per quanto riguarda il dissesto, invece, il suggerimento dei due istituti � di incrementare il monitoraggio, servirsi di banche date e satelliti, mettere in sicurezza l'intero territorio peninsulare, pianificare con seriet� gli interventi.