ENTRO MARTEDI' PRESENTAZIONE EMENDAMENTI

Ddl Zan, sospesa la seduta del Senato: la discussione riprende martedì

Nuova pausa per il disegno di legge sull'omotransfobia. Il Pd è pronto a blindarlo mettendo al bando gli emendamenti. Ma si rischia lo slittamento a settembre

Sospesa in Aula al Senato la seduta dedicata al ddl Zan. La discussione sarà ripresa martedì 20 luglio alle 16:30. Nella stessa giornata, entro le 12, è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti. Nel frattempo il Pd è pronto a blindare il provvedimento mettendo al bando gli emendamenti: al loro posto presenterà ordini del giorno.

Gli schieramenti politici - La medesima strategia del Partito democratico è stata scelta anche dal M5s, mentre Italia Viva dribbla e ripete che continua a cercare un accordo sul testo. Si scalda invece il centrodestra, che prepara centinaia di emendamenti.

Si rischia lo slittamento a settembre - "Sarà un numero congruo e adeguato, ma meno di una legge finanziaria", scherza il leghista Simone Pillon. Eppure, ora il rischio più imminente è di un arrivederci a settembre: lo slittamento si fa più concreto, contando le tre settimane che mancano alla pausa estiva del Senato - da tradizione comincia i primi giorni di agosto - e incrociandole con i tre decreti legge che devono essere varati prima di Ferragosto (Sostegni bis, Semplificazioni e quello sulla sicurezza informatica). Per il provvedimento della discordia, insomma, restano briciole di tempo e in fondo la "pausa" potrebbe accontentare tutti.

Discussione in versione "maratona" - Cronaca a corrente alterna della proposta di legge contro l'omotransfobia, la prima che l'Italia potrebbe approvare dopo 25 anni di tentativi, ma sempre più in bilico. Superata la prova delle sospensive passate mercoledì per un voto di differenza, in mattinata l'aula del Senato riprende la discussione in versione "maratona": 60 i senatori che chiedono di intervenire. A scorrere l'elenco dominano quelli di Lega e Forza Italia.

L'intervento di Barbara Masini - Spicca l'intervento intimo di Barbara Masini di Forza Italia che, reduce da un coming out, conferma di fatto il sostegno alla legge in dissenso col resto del partito che però ringrazia per il rispetto. "Auguro a tutti di poter guardare negli occhi i vostri cari, anche quelli che saranno diversi dai vostri desideri e potergli dire: 'Io ti ho protetto dalla paura delle discriminazioni'", dice con la voce rotta.

Il "conclave" del Pd - In contemporanea a Palazzo Giustiniani i senatori democratici sono in "conclave": primo tema dell'assemblea riguarda le missioni internazionali, il ddl Zan è al secondo punto. Ma è su questo che disagio e preoccupazioni si fanno sentire. A esprimerle apertamente, meno di una decina di senatori tra cui quelli di Base riformista, l'ala degli ex renziani. Ma alla fine l'argine tiene. Il Pd conferma che andrà avanti per approvare una legge "che serve" e che non transige sull'identità di genere disciplinata dall'articolo 1, scommettendo sugli ordini del giorno.

La questione emendamenti - Impegni al governo "qualificanti" li definisce la capigruppo Simona Malpezzi, sapendo che da prassi vengono presentata a fine discussione e innocui politicamente. Ma è quello il terreno per piccole concessioni. Tant'è che Italia Viva interpreta gli ordini del giorno come il segno di qualcosa che scricchiola e che i "pontieri" stanno continuando la trattativa per modificare il testo. Alla strategia "a specchio" del Pd, che procede "in attesa degli emendamenti delle altre forze politiche, per vedere quale direzione vogliono prendere", risponde Fratelli d'Italia che annuncia un centinaio di emendamenti. Forza Italia ne ha qualcuno in più mentre la Lega che probabilmente farà la parte da leone per numero di modifiche.