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A Cannes 74 arriva "Aline", il racconto immaginario della vita di Celine Dion

Fuori concorso sulla Croisette il film di Valerie Lemercier

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Chi si aspettava che la tradizione musicale del Festival di Cannes, dopo "Rocket Man" dedicato a Elton John, proseguisse con "Aline" di Valerie Lemercier dedicato a Celine Dion rischia di rimanere parzialmente deluso. Chi cercasse una biografia d'artista nei toni fiammeggianti di "Bohemian Rhapsody" non la troverà, semplicemente perché al centro di questa storia non c'è un'icona trasgressiva come Freddie Mercury, ma un idolo intangibile come la cantante canadese.

Meglio accostarsi ad "Aline" come a un grande spettacolo, con una regia diligente, e la voce stupefacente e mimetica di Victoria Sio, scoperta in teatro durante il musical "Il Re Sole" e immediatamente scelta per la sua capacità di essere fedele ma anche personale nel riprendere i grandi successi della cantante canadese.

Il cuore del film è il mondo di Aline, la sua famiglia, il suo amore assoluto per un uomo molto più grande che nasce come suo produttore e talent scout ma diventerà il compagno di una vita e il pigmalione del suo successo. Il film porta il nome della protagonista, la giovanissima Aline Dieu che cresce in una affollata e unitissima famiglia del Quebec in Canada. La storia la accompagna fin dai primissimi passi nel mondo musicale, alle prime audizioni ed esibizioni. E poi, in coincidenza con la storia d'amore che le cambierà la vita, ecco la trasformazione da crisalide in farfalla, la presa di coscienza del suo corpo, la sicurezza di una voce che diventerà unica e amata in tutto il mondo.

Valerie Lemercier, attrice nota in Francia e qui alla sua sesta prova dietro la macchina da presa, si prende molte libertà e ammette: "Quando l'ho incontrata poco dopo la morte del marito sull'onda dell'emozione ho detto che avrei fatto un film su di lei. Ma quando mi rendevo conto che mi era impossibile violare la dimensione privata di una donna tanto straordinaria mi è venuto in soccorso il caso: un'amica mi ha convinto ad allontanarmi per avvicinarmi meglio e da quel momento mi sono anche convinta a vestire i panni del mio personaggio, dividendomi tra regia e interpretazione."

Sulla Croisette è stato anche presentato "La storia di mia moglie" della regista ungherese Ildiko Enyedi, in concorso per la Palma d'oro, presenti il protagonista Josef Hader, Louis Garrel e il nostro Sergio Rubini. Assente la protagonista Lea Seydoux, positiva al Covid, rimasta a Parigi. "Applaudo tutti e quattro i miei registi e il cast per i loro straordinari risultati. Da lontano e nei pensieri, sono con voi con tutto il mio cuore", ha scritto l'attrice annunciando ufficialmente di aver annullato il viaggio.

La regina di Cannes, con ben quattro titoli, tre in concorso ("The French Dispatch" di Wes Anderson, "France" di Bruno Dumont, oltre a "La storia di mia moglie") e uno, applaudito oggi, fuori concorso. Si tratta di "Deception" (Inganno) diretto da Arnaud Desplechin. In quest'ultimo la Seydoux è conturbante, perfetta nella parte dell'amante inglese di un romanziere americano momentaneamente a Londra. Il film è basato sull'omonimo autoindulgente autobiografico romanzo di Philip Roth, il venerato maestro americano, morto nel 2018 e non nasconde le critiche che lo hanno accompagnato di misoginia e di fame sessuale

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