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Caso Pipitone, l’ex pm Angioni rischia il processo per false dichiarazioni: a “Quarto Grado” le carte in esclusiva

L’avvocato della donna: “Sono cattivi ricordi in buona fede”

In due mesi da persona informata sui fatti a indagata per false dichiarazioni. "Quarto Grado" mostra in esclusiva le carte sull'indagine a carico di Maria Angioni, ex pm che ha seguito il caso di Denise Pipitone: la donna rischia il processo. Stando a quanto scritto negli atti, citati nel corso della trasmissione, la donna avrebbe fatto intendere l'ipotesi di connivenze fra indagati e inquirenti nell'inchiesta sulla scomparsa della bambina.

Tre gli episodi in particolare. Il primo si riferisce a un'intercettazione di due uomini che citano il nome di Denise - mai identificati - mentre viaggiano su un motorino a Mazara del Vallo. L'ex pm aveva parlato di una telecamera disattivata poco prima della conversazione da membri del commissariato, ma sarebbe stata lei stessa a farla attivare, poco prima del dialogo fra i due uomini. Il secondo riguarda invece il posizionamento di alcune microspie, che sarebbero state poste vicino a fonti di rumore. Motivo per cui la Angioni aveva tolto il compito di intercettare gli indagati al Commissariato di Mazara, che fino ad all'allora se ne era occupato. Tuttavia, secondo i magistrati, l'ex pm non avrebbe mai davvero compiuto questa operazione. Infine, Angioni ha detto di aver sentito un dirigente di Mazara che in realtà, sempre secondo i magistrati, non fu mai ascoltato. 

L'avvocato della donna ha specificato che si tratta in tutti e tre i casi di "cattivi ricordi in buona fede", dovuti a semplice confusione determinata dalla complessità del caso e dalla distanza temporale dai fatti, oltre 17 anni. 

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