RIDUCONO EMISSIONI DI CO2

Cambiamenti climatici, sono i lombrichi i nuovi "alleati" per contrastarli

Secondo uno studio americano, nutrendosi di alcuni microrganismi, aiutano a ridurre il quantitativo di emissioni di CO2 causate dai processi di decomposizione

Le nuove "armi" contro i cambiamenti climatici si trovano... nel terreno. Un gruppo di ricercatori delle universit� di Yale e del Minnesota ha infatti svelato che i lombrichi sarebbero in grado di rallentare il processo di riscaldamento del pianeta. In che modo? Nutrendosi di alcuni microrganismi presenti nel suolo, questi insetti aiutano a ridurre il quantitativo di emissioni di CO2 causate dai processi di decomposizione.

La "minaccia" al clima arriva dal sottosuolo - I risultati dello studio sono stati pubblicati su Proceedings of the national academy of sciences. Secondo i ricercatori i microrganismi presenti nel terreno sono tra i maggiori responsabili della produzione di CO2 nell'atmosfera: le loro emissioni possono essere fino a nove volte superiori rispetto a quelle derivanti dalle attivit� umane. La capacit� dei lombrichi di migliorare la qualit� e la fertilit� dei terreni agricoli, oltre a combattere l'impoverimento e l'erosione del suolo, sarebbe quindi anche un prezioso strumento per "frenare" gli effetti dei cambiamenti climatici.

I lombrichi, regolatori dell'ecosistema - Il sottosuolo � un enorme "campionario" di funghi, batteri e altri organismi che, senza la presenza di predatori come i lombrichi, arriverebbero anche a limitare fortemente il ciclo dell'azoto nel terreno e ad "amplificare" gli effetti del riscaldamento globale. Grazie alla loro alimentazione, per�, i lombrichi controllano e frenano questa crescita fungina, regolando continuamente l'equilibrio biochimico del sottosuolo. Tuttavia "dotare" i terreni di colonie di questi insetti potrebbe comportare altre tipologie di rischi per l'agricoltura e la biodiversit�. Per questo motivo il consiglio degli scienziati � quello di limitare in ogni caso il consumo di suolo e preferire l'agricoltura biologica.