Un semplice esame del sangue potrebbe essere in in grado di rilevare più di 50 tipi di cancro in stadio iniziale. Sta tentando di provarlo una ricerca sperimentale del NHS England, che entrerà nella sua fase finale il prossimo autunno nel Regno Unito. Potrebbe trattarsi di una svolta nella medicina: questo test infatti permetterebbe una diagnosi rapida e accurata prima che emergano i sintomi clinici della malattia.
In molti Paesi occidentali, il Covid-19 ha rallentato di molto le visite di screening. Se la ricerca andasse a buon fine però, diventerebbe notevolmente più facile identificare numerosi tumori: da quello alla testa e al collo, alle ovaie, al pancreas, all'esofago e alcuni tumori del sangue.
Sviluppato dalla società statunitense Grail, funziona cercando, tramite un algoritmo di riconoscimento automatico, i modelli di metilazione, ossia i cambiamenti chimici causati dal cancro nel flusso sanguigno nei frammenti di codice genetico – DNA privo di cellule (cfDNA).
I primi risultati, pubblicati sulla rivista Annals of Oncology, promettono bene: gli scienziati hanno analizzato le prestazioni del test in 2.823 persone con la malattia e 1.254 persone senza e test avrebbe un tasso di falsi positivi molto basso. Il cancro è stato infatti identificato correttamente nel 51, 5% dei casi, più della metà. Le rilevazioni erronee erano solo lo 0,5%.
Le probabilità di successo della diagnosi aumentano poi nel caso di tumori solidi solitamente non soggetti a screening, come quelli esofagei, epatici e pancreatici: la precisione sarebbe infatti del 65,6%. Il doppio rispetto a quella dei tumori solidi, per cui sono previste visite di controllo periodico anche nei soggetti sani, come seno, tumori dell'intestino, del collo dell'utero e della prostata. Per i tumori del sangue come il linfoma e il mieloma, la capacità di diagnosi sarebbe del 55,1%. In quasi tutti i casi poi, il test avrebbe identificato correttamente Il test ha identificato correttamente anche il tessuto in cui si trovava il cancro.
La palla adesso passa di nuovo alla ricerca. Nel prossimo studio, molto più vicino all'attività diagnostica di routine, gli scienziati coinvolgeranno 140mila pazienti, molti dai cinquant'anni in su, età in cui è maggiore il rischio di sviluppare la malattia. I risultati sono attesi entro il 2023. Secondo il professor Peter Johnson, direttore clinico nazionale del NHS per il cancro, si tratterebbe di un passo importante per raggiungere l'obiettivo di "trovare tre quarti dei tumori in una fase iniziale, quando hanno il più alto possibilità di cura"