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Foggia, 29enne morto sotto un treno: "Subiva atti di bullismo e violenza"

Sei gli indagati, tutti tra i 20 e i 23 anni, a cui è stato notificato l'avviso di conclusione per stalking e truffa

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"La vittima subiva ripetutamente atti di bullismo e violenza fisica ad opera degli indagati che incontrava spesso al Parco San Felice o nel quartiere Candelaro di Foggia". E' quanto sostengono gli investigatori della Mobile di Foggia a conclusione delle indagini sulla morte di Marco Ferrazzano, 29 anni, di Foggia. Ferrazzano morì sotto un treno il 22 gennaio. Sei gli indagati a cui è stato notificato l'avviso di conclusione per stalking e truffa.

In particolare, un 23enne è indagato per il reato di truffa con l'aggravante di aver commesso il fatto approfittando delle condizioni di disabilità di Ferrazzano (che era in cura presso il dipartimento di salute mentale); gli altri indagati, tutti tra i 20 e i 23 anni, sono accusati, in concorso, di stalking, con l'aggravante di aver commesso il fatto approfittando delle condizioni di disabilità della vittima.

Ferrazzano, il giorno prima della sua morte, subì l'ennesimo furto del cellulare. Fu lo stesso giovane e recarsi in questura e sporgere denuncia, raccontando agli investigatori che due giovani pretesero di poter fare alcune chiamate con il suo cellulare e che poi fuggirono via senza restituirglielo. Dalle indagini della squadra mobile, è emerso che il 29enne era stato più volte vittima di bullismo, che più volte era tornato a casa con escoriazioni e che più volte aveva subito il furto del telefono.

"In una occasione, dopo essere stato capovolto a testa in giù, veniva ripreso da uno degli indagati con un cellulare mentre gli altri assistevano alla scena e in un'altra circostanza veniva investito con un ciclomotore", spiegano in una nota. Nel corso delle indagini è emerso anche che il 25 gennaio 2020 Ferrazzano fece ricorso alle cure dei medici che, per le ferite riportate dal giovane, diagnosticarono 20 giorni di prognosi.

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