LA LOTTA DELLA POPSTAR

Britney Spears in tribunale contro la tutela paterna: "Rivoglio la mia vita"

La popstar ha parlato (virtualmente) in aula dopo molto tempo, denunciando il controllo della famiglia: "Voglio un bambino, ma i miei tutori mi costringono a usare contraccettivi"

Britney Spears ha rotto il silenzio nella battaglia che la oppone al "padre padrone" James, dicendo basta alla tutela legale che da 13 anni ha messo ogni decisione della sua vita nelle mani del genitore. La richiesta è arrivata direttamente dalla popstar durante l'udienza alla Superior Court di Los Angeles. Britney ha detto che non vuole altre perizie psichiatriche e vuole d'ora in poi essere libera. "Voglio sposarmi e avere un bambino. Volevo farmi togliere la spirale e avere un bambino, ma i miei tutori non me lo fanno fare perché non vogliono che abbia un bambino. Merito di avere una vita", ha spiegato la cantante, che compirà 40 anni a fine anno.

La popstar è intervenuta nel processo, anche se solo virtualmente e non in presenza, mentre fuori dal tribunale si sono raccolti suoi fan all'urlo di #FreeBritney. "Ho detto al mondo intero che sto bene e sono felice. È una bugia. Pensavo che dicendolo abbastanza forse sarei diventata felice, ma non volevo ammetterlo. Ero sotto shock. Sono traumatizzata. Ora vi dico la verità, ok? Non sono felice. Non riesco a dormire. Sono arrabbiata da matti. E sono depressa. Piango ogni giorno". Britney Spears ha parlato per oltre 20 minuti in tribunale spiegando di voler riprendere in mano la sua vita. La giudice Brenda Penny l'ha ringraziata, lodando il suo coraggio per aver voluto parlare di persona davanti alla corte. 

"Tutto ciò che mi succedeva doveva essere approvato da mio padre e lui amava il controllo di poter ferire sua figlia al 100%. Lavoravo sette giorni su sette, niente giorni liberi, in California l’unica cosa simile è chiamata traffico sessuale. Vivevano tutti con me, le infermiere, la security, 24 ore su 24. Mi guardavano mentre mi cambiavo ogni giorno, nuda, mattino pranzo e sera. Non avevo privacy", ha denunciato la cantante di "Baby one more time".

In recenti atti giudiziari, la Spears ha chiesto di avere più voce in capitolo su chi gestisce la sua tutela e ha chiesto che il padre, che ha avuto un ampio potere sulla sua vita e sul denaro per la maggior parte della sua esistenza, venga rimosso. Il giudice ha rifiutato di rimuovere completamente James Spears, anche se ora svolge un ruolo minore. È co-conservatore delle sue finanze insieme alla società di gestione immobiliare Bessemer Trust e nel 2019 ha ceduto il suo ruolo di tutore delle scelte di vita di sua figlia a un professionista nominato dal tribunale.  

La richiesta di apparire in corte senza filtri, sia pure in formato virtuale, risale allo scorso aprile. Britney ha parlato in tribunale solo una volta, nel maggio 2019, ma la deposizione allora era stata a porte chiuse e non emersero particolari. Quello stesso anno la Spears aveva informato la corte di essersi sentita costretta a ricoverarsi in un centro per la salute mentale e a salire contro la sua volontà sul palcoscenico quando aveva la febbre a 40. Aveva detto anche di aver pensato al ritiro dalle scene, ma di non poter prendere una decisione autonoma perché vincolata dalla conservatorship.

Jamie, un padre assente per buona parte della carriera della figlia, era rientrato in scena nel 2008 dopo che Britney era stata due volte ricoverata in ospedale dopo un grave e pubblico crollo nervoso: le sue foto con la testa rasata avevano fatto il giro del mondo.

Intanto il New York Times è venuto in possesso di alcuni documenti confidenziali dai quali emerge come la popstar si sia espressa fortemente contro la tutela da parte del padre, fin dal 2016, affermando che limitava la sua vita, fino ad arrivare a scegliere il colore dei mobili della cucina. "Ha espresso la sensazione che la tutela sia diventata uno strumento oppressivo e di controllo contro di lei", scriveva un investigatore del tribunale in un rapporto del 2016.