durante l'assemblea del gruppo

Mediaset, Confalonieri: "Avanti sul progetto del broadcaster internazionale"

"Nel mondo dei media la dimensione aziendale conta sempre di più nelle dinamiche competitive internazionali", afferma il confermato presidente del gruppo televisivo

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Per Mediaset è rilevante la necessità "di rimettere mano, portandolo alla formalizzazione, al progetto del broadcaster internazionale, partendo da un presupposto fondamentale: nel mondo dei media la dimensione aziendale conta sempre di più nelle dinamiche competitive internazionali". Lo afferma Fedele Confalonieri, confermato presidente di Mediaset, durante i lavori dell'assemblea del gruppo televisivo.

L'assemblea approva il trasferimento della sede in Olanda - L'assemblea di Mediaset, con Vivendi che conferma la pace e vota insieme alla controllante Fininvest, ha approvato il trasferimento della sede non fiscale della capogruppo in Olanda. Tutte le attività restano in Italia, con la "nuova" capogruppo che sarà la base per lo sviluppo internazionale del gruppo.

"Determinati a proseguire il consolidamento europeo" - L'anno scorso "ci siamo lasciati con progetti importanti sullo sviluppo internazionale", ha proseguito Confalonieri. "Varie vicissitudini ne hanno impedito il perfezionamento, ma siamo determinati ad andare avanti. Le recenti operazioni di consolidamento che stanno avvenendo negli Stati Uniti nel nostro settore, ultima quella tra Discovery e Warner, dimostrano che il consolidamento è un fenomeno concreto, un'evoluzione già in atto. Anche in Europa, la linea del consolidamento si svilupperà sempre di più. E' importante che l'Europa sia soggetto attivo e non oggetto passivo, se non si vuole correre il rischio che uno dei grandi player internazionali faccia il suo ingresso trionfale nel mondo dei media europei".

Due possibili sviluppi per i broadcaster - Si stanno facendo avanti "due possibili sviluppi strategici per i brodcaster europei", ha spiegato Confalonieri. Si tratta dell'"in-country consolidation", cioè il consolidamento di operatori televisivi all'interno della stessa nazione o regione linguistica, e del "cross-country consolidation", che guarda al consolidamento europeo come possibile strategia per poter competere sullo stesso piano con i grandi player americani.