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Il medico consiglia come curare la Malattia di La Peyronie

A Tgcom24 il professore Carlo Bellorofonte,  Medico Chirurgo Specialista in Urologia e Andrologia c/o Columbus Clinic Center

Tgcom24

Diabete, ipertensione, tante sono le patologie di cui parliamo tutti i giorni. Tuttavia, quando si tratta di apparato genitale maschile, l’uomo è spesso ostacolato da tabù, vergogna che impediscono alla medicina di aiutare a guarire le persone affette da patologie come la Malattia di La Peyronie. Il professore Carlo Bellorofonte,  Medico Chirurgo Specialista in Urologia e Andrologia a Tgcom24 spiega di cosa si tratta. 

La malattia di La Peyronie o Induratio Penis Plastica fu descritta per la prima volta 300 anni fa, è più comune sopra i 40 anni di età e colpisce fino al 4% della popolazione maschile. La malattia di la Peyronie consiste nella formazione di placche all’interno del pene che portano a dolori e incurvamento dell’asta durante l’erezione.

In questa patologia è importante agire presto in modo da poter intervenire su una malattia agli esordi e quindi più facilmente curabile. Il periodo di evoluzione della patologia è di circa 12-18 mesi durante i quali il dolore che si avvertiva inizialmente e che era legato alla situazione infiammatoria svanisce, ma rimane la placca che causa l’incurvamento del pene. Questo incurvamento, oltre a creare problematiche psicologiche e estetiche, genera anche un’impossibilità o una grande difficoltà nella penetrazione e può associarsi a deficit erettile.

Le terapie a disposizione non sono molte: dall’uso di alcuni integratori o olii contenenti vitamina E alla terapia chirurgica che consiste nella rimozione della placca e sua sostituzione con patch organiche o artificiali, la creazione di una plica controlaterale alla placca in modo da eliminare la curvatura (Nesbit) e infine il posizionamento di protesi peniene endocavernose. Negli anni 80’ si parlò per la prima volta di usare le onde d’urto nelle patologie legate alla sfera sessuale maschile (Tesi di Laurea Specialistica in Andrologia, Università di Pisa, Carlo Bellorofonte). Da allora sono stati portati a termine numerosissimi studi che hanno dimostrato l’efficacia di questa terapia soprattutto nell’impotenza maschile e nella malattia di La Peyronie.

Nell’IPP l’obiettivo della terapia è quello di distruggere la placca e migliorare l’elasticità del tessuto riportando alla normalità la funzione erettile e alleviando il dolore. Ma come agiscono queste onde d’urto? Numerosi studi hanno dimostrato come l’effetto di questa terapia sia quello di attivare le capacità rigenerative presenti in natura nelle nostre cellule. Le onde d’urto a bassa energia penetrano fino a livello citoplasmatico dove esercitano la loro funzione attivando dei fattori intracellulari. Una degli effetti più importanti è l’aumento della funzione endoteliale e l’attivazione della neo-angiogenesi, cioè la capacità del nostro organismo di creare nuovi vasi sanguigni.

Nella malattia di La Peyronie la stimolazione dei fattori endoteliali, della neo-angiogenesi e della rigenerazione cellulare permettono un riassorbimento della placca o comunque una sua diminuzione in volume e consistenza con conseguente miglioramento della curvatura peniena, alcuni recenti studi parlano anche di totale risoluzione della curvatura e dimostrano come questa terapia sia molto ben tollerata e senza complicazioni.

Presso il Columbus Clinic Center di Milano utilizziamo un’apparecchiatura di ultima generazione basata su onde d’urto focali a bassa energia per la terapia riabilitativa della disfunzione erettile e della malattia di La Peyronie. La novità e differenza sostanziale tra questa terapia e quelle tradizionali è la sua capacità di stimolare il nostro organismo a rigenerarsi, è una riabilitazione volta a riportare alla normalità la vita sessuale del paziente. Non è una terapia da prendere al bisogno, qualcosa da cui dipendere, bensì una cura che porta il corpo stesso a recuperare le proprie funzionalità naturali

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