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Cannes si prepara a un'edizione green in difesa del clima

Il Festival ha adottato misure a basso impatto ambientale e selezionato per la kermesse ben sette titoli ambientalisti

Cannes 74, il poster ufficiale è un omaggio a Spike Lee: il regista tra le palme della Croisette

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Per una volta la locandina del festival di Cannes non è una scena o il manifesto di un film. Per quest'annata speciale, il protagonista del poster della 74esima edizione è Spike Lee: è ritratta una parte del suo volto dietro ai grandi occhiali e con lo sfondo delle palme della Croisette, tutto in bianco e nero. Un'immagine che contemporaneamente celebra sia il regista (premiato due volte qui nel 1986 per "Lola Darling" e nel 1991 per "Jungle Fever" e più volte in concorso), che il suo esordio alla regia ("Lola Darling") e infine vuole essere dichiaratamente un manifesto anche d'intenti del Presidente della giuria che assegnerà la Palma d'oro, pronto con curiosità a guardare i film della Selezione Ufficiale.   Spike Lee aveva accettato il compito di presiedere la giuria già nel 2020, ma l'edizione è stata poi cancellata per via dell'emergenza sanitaria   l comunicato che accompagna il poster è una lode al talento del regista americano e al ritorno al cinema: "Per l'immensa impazienza di ritrovarci finalmente nella cornice di Cannes: il mare, le palme e il grande schermo, proprio come una pagina bianca, che accoglierà i film della Selezione Ufficiale. Per quello sguardo curioso che verrà messo nel lavoro dei colleghi registi che ci portano notizie del mondo - delle loro e sicuramente anche un po' delle nostre. Per questa visione personale che condivide con noi fin dal suo primo lungometraggio: girato in bianco e nero nella calura dell'estate 1985, ha scosso il cinema imponendo, già allora, il suo stile pionieristico, immerso nella e cultura popolare. Per questa tenera interpretazione in cui incarna Mars Blackmon, il B-Boy in She's Gotta Have It - una rappresentazione stereotipata della comunità afroamericana che il film abbatte... Per il suo sguardo malizioso che, pur interrogandosi costantemente e ribellandosi incessantemente da quasi quattro decenni, non trascura mai il divertimento".

Sulla Croisette fervono i preparativi per il 74esimo Festival di Cannes, che quest'anno a causa della situazione pandemica è stato posticipato in estate (dal 6 al 17 luglio). L'ambiente e il cambiamento climatico saranno i  protagonisti assoluti sia sul grande schermo, con ben sette i titoli sul tema, sia fuori dalla sala. Il Festival ha infatti adottato una serie di misure green, per ridurre la sua impronta ambientale.

La kermesse francese ha sempre avuto un'occhio di riguardo per la tutela del pianeta. Già nel 2007, infatti, invitò Al Gore e il suo "An Inconvenient Truth" ("Una scomoda Verità"), film pionieristico che racconta le conseguenze e gli effetti del riscaldamento globale.

Per portare avanti questo impegno, anche quest'anno il Festival ha selezionato sette film sul tema. A partire da "La Croisade" ("La crociata"), terzo film diretto da Louis Garrel con protagonista la moglie Laetitia Casta, sull'alienazione degli adulti dalle preoccupazioni dei bambini che vogliono salvarsi.

"Marcher sur l'eau" di Aïssa Maïga (attrice francese di origine maliana e senegalese) è un documentario realizzato in Niger per filmare uno dei tanti villaggi vittime del riscaldamento globale; "Invisible Demons" dell'indiano Rahul Jain racconta invece la piaga dell'inquinamento a Nuova Delhi; "Animal" di Cyril Dion è un tour educativo in tutto il mondo da una prospettiva adolescenziale.

E poi ancora "I Am So Sorry" del regista cinese Zhao Liang, un nuovo documentario poetico e stimolante sui pericoli dell'energia nucleare: un viaggio da Chernobyl a Fukushima per mostrare gli effetti sul pianeta. "Bigger Than Us" di Flore Vasseur, coprodotto dalla star francese Marion Cotillard, segue una giovane ragazza indonesiana che lotta contro l'inquinamento da plastica nel suo paese, in un viaggio che la porterà lontano da casa. E infine "La Panthère des neiges" di Marie Amiguet, un film sulla spedizione in Tibet della
regista  accompagnata dal fotografo di fauna selvatica Vincent Munier e dallo scrittore d'avventura Sylvain Tesson.

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