Quello di Carol Fusinato, la madre dei due bambini uccisi domenica ad Ardea da Andrea Pignani, è un dolore che non trova pace. La donna racconta a chi le sta vicino il momento degli spari e la sua corsa fuori. "Non era il rumore dei petardi che si sente ogni tanto - dice - e neanche quello degli spari ai cinghiali. Sono arrivata lì ed erano in una pozza di sangue".
"Avevamo scelto questa villa - racconta Carol al Corriere della Sera - per il loro bene, per permettergli di vivere al meglio la famiglia anche con il padre ai domiciliari. Il giardino, i viali tranquilli, il campo vicino per giocare. La possibilità di avere la nonna qui a fianco a darci una mano".
Ora rimangono troppe domande a cui dare risposta. "Come è possibile che quell'uomo girasse armato e io ho dovuto chiedere il permesso per stare vicino ai miei figli?". E poi i soccorsi. "Ci sono voluti 40 minuti per vedere arrivare l'ambulanza, chi mi dice che i miei figli non si potevano salvare?". Da parte sua l'Ares precisa che "la prima telefonata al 112 è delle ore 10:57 e 32 secondi, che immediatamente è stata trasferita ai carabinieri perché erano segnalati spari, e al 118. Ci siamo allertati inviando subito la prima ambulanza con medico a bordo, che è giunta sul posto".
Pochi minuti prima che Daniel e David uscissero in bicicletta era passata l'auto dei carabinieri per il controllo periodico sulla presenza in casa del detenuto. Un passaggio che di norma dura giusto qualche attimo. Quello in più che sarebbe invece servito per incrociare Pignani e impedirgli di uccidere quei bambini.