In questa estate alla ricerca di una ritrovata normalità, tra le band impegnate in un tour ci sarà Lo Stato Sociale. Il Recovery Tour prende il via dal Castello Sforzesco di Milano il 12 giugno, e per proseguire per altre sei date. "Saliremo sul palco e faremo del nostro meglio per far divertire il pubblico - dice Bebo a Tgcom24 -. Ma questa non è la ripartenza, stiamo spingendo la macchina ancora spenta sperando si riaccenda".
Dopo il successo di "Combat Pop", con cui hanno partecipato per la seconda volta al Festival di Sanremo, e dopo l’uscita del nuovo album "Attentato alla Musica Italiana", un quintuplo disco composto da 5 capitoli, uno per ogni componente della band, per i regaz de Lo Stato Sociale è arrivato il momento di tornare live. Proprio loro che dal palco di Sanremo hanno fatto sentire la voce dei lavoratori dello spettacolo, così colpiti da quest'anno di blocco delle attività a causa della pandemia. Ovviamente il Recovery Toru si svolgerà nel pieno rispetto delle linee guida e dei protocolli richiesti, con una presenza di pubblico decisamente ridotta. "Stiamo abbastanza bene, abbiamo fatto le prove e andiamo a fare il nostro primo tour con la gente seduta davanti. Speriamo sia anche l'ultimo... - dice Bebo -. La triste ma anche fortunata realtà è che questa band è ferma da tre anni. Il 2020 lo abbiamo messo nel pacchetto che già ci vedeva fermi, quindi siamo stati fermi un turno come al Monopoli. Abbiamo pensato a uno show adeguato sia alla situazione emotiva che di organizzazione produzion eventi. Siamo una band che ha abituato il suo pubblico a stare molto vicino e a fare molto bordello. Questa volta non si può, quindi in maniera, speriamo, anche intelligente ci siamo inventati un'oretta e mezza di live che possa raccontare anche questo disagio trovando degli escamotage divertenti per spassarsela.
Questo tour arriva dopo i cinque Ep dove vi siete espressi singolarmente. Cosa porterete sul palco?
Lodo: L'abbiamo fatta strana per evitare il rischio di diventare più famosi di quanto già non siamo. Così è già troppo, anzi, troppo complicato. Questo farlo strano un po' ce lo porteremo dietro. L'idea è che tutti gli Ep siano un po' rappresentati però ovviamente sul palco siamo tutti insieme, non saremo uno alla volta, la scelta dei pezzi e dei momenti in cui raccontarci di volta in volta sarà una chiave per raccontarci quell'esperienza che abbiamo fatto da soli. E' un po' come quando ti ritrovi a Natale in famiglia ma i figli sono grandi e fanno l'università in posti diversi.
Voi siete stati tra quelli più impegnati per sensibilizzare sulle difficoltà dei lavoratori dello spettacolo. Che effetto vi fa ora ripartire?
Lodo: Ci siamo giocati una cosa a Sanremo che non capiterà mai più: abbiamo trovato la cosa più bella dell'universo da dire in un teatro vuoto. Non so se troveremo anche la cosa più bella da dire in una platea piena per metà. Il tentativo è quello di stare su un palco senza rimuovere la realtà. E' uno spettacolo che vivrà del fatto che ci saranno persone sedute e distanziate, una cosa anomala che merita un racconto.
Bebo: A me lascia perplesso parlare di ripartenza quando non è così. Facciamo fatica a considerarla una prima marcia. Secondo me stiamo spingendo la macchina ancora spenta sperando si riaccenda. E' importante però provare a dargli almeno la spintarella iniziale.
In questa estate ai primi spiragli di riaperture molti hanno deciso di tornare a suonare nonostante la situazione ancora complessa. Quali sono state le principale difficoltà?
Bebo: Il problema è che per quanto tu possa voler suonare bisogna ora scontrarsi con un territorio che si è inaridito. Se prima c'erano tanti promoter e tante situazioni su cui fare affidamento oggi c'è una scarsità. E chi è rimasto sulla scena è ovviamente intasato di richieste. Poi vengono magari fuori nomi nuovi però poi significa anche metterci in mano a delle situazioni che devono garantire un minimo di solidità. Noi in primis abbiamo abbassato le richieste, è tutto calcolato per andare in giro quest'estate. Ma là fuori c'è una mezza tragedia... Si fa fatica a parlarne perché fuori c'è il sole, arriva l'estate, c'è la campagna vaccinale, al governo hanno detto che andrà tutto bene. Ma non è proprio così.
Lodo: Una band come la nostra, per il tipo di intelligenza creativa che dimostra dal vivo, ha fatto bene a tornare sul palco perché possiamo dimostrare che c'è ancora tanto da fare e da dire anche in una situazione come questa.
Sono già così evidenti le macerie lasciate da questo anno e mezzo di stop?
Lodo: Ti faccio un esempio pratico. Noi abbiamo un tecnico al quale siamo particolarmente legati che non ci seguirà perché con il numero di date che si possono fare, all'interno di quel tipo di capienze, non ha nessuna garanzia per mollare il lavoro che ha preso nel frattempo. E che non è un lavoro nella musica. E già parliamo di una persona che rispetto ad altri ha sofferto meno. Chi si occupa di fonica in molti casi ha dovuto vendere tutti gli strumenti, chi si occupa di trasporti ha dovuto vendere il furgone. E poi come fai a dire: "Dai, si riparte! Possiamo fare una persona ogni quattro sedie e state da dio". Non è la verità. Al netto del fatto che noi siamo contenti di suonare, che dà un senso alle cose che facciamo, dobbiamo stare molto attenti a non percorrere la strada di una narrazione epica perché non è la verità. Non siamo stati degli imbecilli a chiedere per un anno delle garanzie diverse, lo siamo stati semmai a non chiederle prima. Quelle garanzie sono l'unica cosa per fare in modo che dei lavoratori sopravvivano fino a quando la situazione tornerà alla normalità. Cosa che non dipende da noi ma da disposizioni sanitarie.
Avete fissato sette date. Il tour è chiuso così o pensati di poter aggiungere qualcosa?
Albi: Ce ne sarà qualcun'altra. Non tantissime ma non resteranno solo quelle sette. Ma siamo ancora in fase di organizzazione, al momento non può esserci nulla di più certo. Per tutti è come se fosse la prima esperienza e si fa un passettino alla volta per non farsi troppo male.
Al netto della gioia di tornare a suonare è evidente come siate ancora provati da questa situazione. C'è un po' di scoramento?
Bebo: A noi, anche come gente di sinistra, viene un po' naturale entrare in analisi sui temi, ma poi quando facciamo i tre scalini che portano sul palco tutta questa cosa viene riconvertita in energia. Quando sei lì sopra cerchi di fare la cosa più bella e divertente per la gente che è lì davanti. Saranno novanta minuti di piacere. Come diceva qualcuno: se deve essere un funerale, che sia la festa più bella che c'è.
RECOVERY TOUR - CALENDARIO:
12.06.2021 MILANO - Castello Sforzesco
22.06.2021 BOLOGNA - Nova Festival
25.06.2021 GENOVA - Goa-boa Preview
3.07.2021 CODROIPO (UD) - Villa Manin Festival
18.07.2021 COLLEGNO (TO) - Flowers Festival
04.08.2021 TREVISO - Suoni di Marca
08.08.2021 ROMA - Auditorium Parco della Musica