E' morto a Londra Alexander Litvinenko, l'ex spia russa ricoverata in ospedale per un sospetto avvelenamento. Lo hanno riferito fonti dell'ospedale attraverso un comunicato in cui si spiega che Livtinenko è deceduto nel reparto di terapia intensiva dove si trovava ricoverato da mercoledì notte, dopo aver avuto un attacco cardiaco. I medici non sono tuttavia stati in grado di appurare con certezza le cause della morte.
Litvinenko, di 43 anni, critico verso il presidente russo Vladimir Putin, ha detto di essersi ammalato dopo avere incontrato due russi in un hotel. Stava indagando sull'omicidio della giornalista russa Anna Politkovskaya, anch'essa voce critica verso Putin, uccisa nella sua abitazione a Mosca il 7 ottobre.
Litvinenko aveva perso tutti i capelli e soffriva di una progressiva debilitazione degli organi vitali. Il tossicologo che lo aveva in cura ha detto che il veleno poteva essere stato mischiato a una sostanza radioattiva per renderlo più pericoloso. L'ipotesi del tallio, un potente topicidia, è stata esclusa.
Un the avvelenato?
Fu lui stesso a raccontare ai medici di aver cominciato a sentirsi male dopo essersi incontrato con due connazionali, l'1 novembre, in un hotel della capitale britannica per prendere un the. Nello stesso giorno ebbe un altro appuntamento in un sushi-bar vicino a Piccadilly Circus in cui vide l'italiano Mario Scaramella, ex consulente della commissione parlamentare d'inchiesta sul caso "Mitrokhin".
Scaramella gli diede un documento di quattro pagine, da leggere immediatamente, che conteneva un elenco di persone, tra cui membri dell'Fsb, sospettati di essere coinvolti nell'omicidio della giornalista Politkovskaya. Il consulente italiano ha specificato che intendeva discutere di una "lista nera" di persone da colpire, di provenienza russa, nella quale sarebbero stati inseriti anche i nominativi suo e dell'ex spia. I familiari di Litvinenko hanno escluso che Scaramella possa essere implicato nell'avvelenamento.
Litvinenko, cittadino britannico, era stato il coautore di un libro del 2002 dal titolo "Blowing up Russia: Terror from Within", in cui aveva sostenuto che agenti dei servizi russi avevano organizzato gli attentati contro palazzi residenziali in Russia che avevano ucciso oltre 300 persone nel 1999. Le autorità accusavano degli attentati i ribelli ceceni. Putin avrebbe colto il pretesto per iniziare la repressione in Cecenia.
In campo Scotland Yard
Sulla misteriosa morte sta indagando anche Scotland Yard. Già prima del decesso, la polizia, sospettando "un deliberato avvelenamento", aveva affidato le indagini al reparto anti terrorismo.
Il dolore degli amici
"Era impegnato nella lotta contro le forze del male in Russia", ha detto Oleg Gordievsky, amico di Litvinenko e anche lui ex-spia, "contro il Kgb, le autorità che stanno soffocando le forze democratiche e liberali. E' rimasto vittima di una vendetta".
Il Cremlino: "Era un cittadino britannico"
Per Mosca la morte dell'ex spia russa è una tragedia ma tocca alla polizia britannica indagare. "La morte di una persona è sempre una tragedia. In questo momento, è materia di indagine da parte delle autorità giudiziarie della Gran Bretagna, dove il signor Litvinenko recentemente risiedeva", ha detto a Helsinki il viceportavoce del Cremlino Dmitri Peskov, a margine del vertice Ue-Russia.